Al suo ottavo lungometraggio James Gray, con Armaggedon time, firma la sua autobiografia in un dramma ispirato alla sua infanzia nel Queens a New York durante gli anni Ottanta di Ronald Reagan.
Storia di fantasmi e di bilanci esistenziali guardati attraverso la lente dei ricordi, il nuovo film del regista di Little Odessa e Two Lowers- passato in concorso all’ultimo Festival di Cannes- si concentra sul dodicenne Paul Graff (Banks Repeta), aspirante artista in una famiglia turbolenta di ebrei ucraini (il padre operaio è Jeremy Strong, la madre, insegnante di economia domestica, è Anne Hathaway) che invece lo vorrebbe impiegato nella grafica computerizzata (E’ il futuro…gli dice il padre).
Tra gelatine e sogni di reunion (I Beatles torneranno insieme), consigli amorevoli (La vita è ingiusta, bisogna sopravvivere gli ricorda il nonno, un grande Anthony Hopkins) e visioni cinematografiche (si proietta Private Benjamin di Howard Zieff con Goldie Hawn) è tempo di iniziare la prima media dove sarà il nuovo amico afroamericano (Jaylin Webb) cresciuto dalla nonna e che sogna un futuro alla Nasa ad indicargli la via verso l’essere se stessi.
Seguiranno furti di computer e progetti di fuga verso la Florida, sigarette proibite fumate nel bagno della scuola, visite illuminanti al Guggenheim (l’arte astratta di Kandinsky) e punizioni esemplari. Mentre suona la musica di The Sugarhill gang, Muhammed Alì è un idolo incontrastato e l’arrivo del consumismo apre la strada alla fine delle ideologie. Piuttosto che mascherarsi da studente modello con valigetta e cravattino alla scuola privata meglio allora un futuro da sognatore con la solitudine come compagna di vita.
Elegiaco e nostalgico, lieve e inerte, Armaggedon time (il titolo si riferisce ad una frase pronunciata in un discorso televisivo da Reagan) mette in scena disparità di classe e voglia di affermazione personale, crescita e razzismo senza originalità e con toni da melassa cinematografica. Malgrado le intenzioni si finisce così in braccia all’ovvio e al deja vu con personaggi sin troppo tipici per interessare davvero.
In sala dal 23 marzo distribuito da Universal Pictures Italia