E’ sempre più difficile scovare talenti e trovarsi di fronte ad attori preparati e animati dal sacro fuoco della passione. Non parliamo poi dei comici, categoria a se stante e spesso figlia dell’usa e getta oggi imperante. Per fortuna che ogni tanto appaiono stelle luminose come quella di Pilar Fogliati, simpatia innata e freschezza contagiosa che fa rivivere sullo schermo il Carlo Verdone degli esordi con un uso così sapiente del corpo e del dialetto che ne fanno una sorta di Fregoli in gonnella.
All’inizio fu un video, girato 3 anni fa a Cortina d’Ampezzo durante un Festival di corti da un giornalista, e diventato virale su instagram.
A tavola un gruppo di ragazzi milanesi chiedeva di capire le differenze tra la gente di Roma Nord e quella di Roma Sud con l’attrice a sciorinare modi di dire, irresistibili cliché e atteggiamenti che si ritrovano ora sullo schermo nel suo brillante esordio dietro la macchina da presa.
Ed ecco in Romantiche- scritto dalla Fogliati con Giovanni Veronesi e Giovanni Nasta- le storie di quattro ragazze rappresentative di ambienti e mondi solo apparentemente agli antipodi.
C’è l’aspirante sceneggiatrice fuggita dalla Sicilia per inseguire il successo (purchè di nicchia); c’è l’aristocratica bella e addormentata nel centro storico (Uvetta Budini di Raso, un nome che è tutto un programma) alle prese con la sua prima volta (magari a tempo…) nel mondo del lavoro; c’è la provinciale di Guidonia che ha una negozio di calzature e sta per sposarsi proprio mentre ritorna in paese il suo ex (per chi scrive l’episodio migliore) e c’è, infine, la bulletta pariolina che vuole avere tutto sotto controllo (persino i sogni del suo fidanzato).
Maschere di rappresentanza che servono alla Fogliati (interprete di tutte loro) a descrivere con minuziosa precisione i caratteri, i sogni, i sensi di colpa e gli abissi di solitudine di donne in cerca di un posto nel mondo e di affetti stabili.
Col filo conduttore di una psicanalista in ascolto (Barbora Bobulova) e gli uomini che ne escono a pezzi, incapaci di intercettare il sentimento autentico di queste creature, costrette a recitare una parte nel gran ballo della vita.
Dialoghi scoppiettanti, gran ritmo e identificazione sicura per un ritratto, affettuoso, ironico e mai banale, di un gruppo di 30enni che Pilar dimostra di conoscere alla perfezione per frequentazione e studio sociale. E la bella colonna sonora firmata da Levante (che compare anche in un episodio) a fare da collante sonoro a queste vicende malincomiche che strappano risate e riflessioni.
In sala dal 23 febbraio distribuito da Vision