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venerdì 5 luglio 2013
di Claudio Fontanini
SEGNALI DI UMANA PRESENZA
Il ritorno di Nino Buonocore sulle scene ha un suono deciso: "la mia rivoluzione musicale"
Quasi una rinascita artistica. A quindici anni da “Alti e bassi” e a nove dal bellissimo "Libero passeggero" (nove brani inediti e nove riletture di vecchi successi in chiave jazz) riecco Nino Buonocore. Un bellissimo titolo- “Segnali di umana presenza” (Hydra Music-Goodfellas)- per uno dei dischi più ispirati e maturi del raffinato cantautore napoletano. Uno che ha fatto della coerenza artistica la sua bandiera

Quasi una rinascita artistica. A quindici anni da Alti e bassi e a nove dal bellissimo Libero passeggero (nove brani inediti e nove riletture di vecchi successi in chiave jazz) riecco Nino Buonocore. Un bellissimo titolo - Segnali di umana presenza (Hydra Music-Goodfellas) - per uno dei dischi più ispirati e maturi del raffinato cantautore napoletano. Uno che ha fatto della coerenza artistica la sua bandiera e che negli anni affollati di fenomeni ‘usa e getta’ ha preferito rimanere appartato in un dignitoso e riflessivo silenzio piuttosto che confondersi col rumore del nulla.

A chi mi chiede cosa ho fatto in questi anni rispondo che ho semplicemente vissuto. Per fortuna non ho l’obbligo di fare dischi per contratto e non ho il fiato sul collo di una casa discografica che mi pressa” ci dice Nino giustificando la sua prolungata assenza discografica. “La mia serietà professionale m’impone di far uscire un nuovo lavoro solo quando sento l’esigenza di dire qualcosa d’importante e in tutto questo tempo, al di là del gossip invadente, non è che il livello culturale sia stato un granché. La musica va scelta e non imposta: avrei potuto continuare a comporre altre Scrivimi all’infinito come mi chiedeva la discografia e forse si aspettavano tutti e invece ho scelto di fare l’artista fino in fondo. Dopo il grande successo ho lasciato che fosse l’istinto e la passione per la musica a guidarmi, rifiutando di ripetere un unico cliché”. 

Pensato e realizzato in quattro anni per una distribuzione mondiale (Francia, Usa, Inghilterra, Brasile, Sud America e Spagna), cantato e registrato in quattro lingue (portoghese, inglese, francese, spagnolo) e scritto come sempre con Michele De Vitis, Segnali di umana presenza ci restituisce intatto l’universo artistico di Buonocore impreziosito stavolta da una inusuale vena, più sanguigna e diretta, evidenziata dal brano manifesto Il lessico del cuore

Ed ecco deltaplani in volo e baci indissolubili, notti illuminate da brividi e parole e albe profumate di pane, camminate sospese e attimi fuggenti, nostalgie salmastre e giostre di rinascita convivere magnificamente con affanni di vite in costruzione e piccole umiliazioni da sopportare (Serena, uno dei pezzi migliori del disco), rendez-vous con se stessi e nostalgie musicali in un sapiente parallelo arte-vita (“Sarebbe tutta un’altra musica la vita se fosse un po’ meno elettronica e se qualcuno non ci avesse ucciso il blues…” canta in Tutto un altro film).

Suonato da Buonocore (chitarre e percussioni) con Vittorio Riva (batteria), Antonio De Luise (basso elettrico & contrabbasso), Antonio Fresa (pianoforte e rhodes) e Pericle Odierna (flauto, tromba, trombone, sassofoni e clarinetti), Segnali di umana presenza è un invito ad andare oltre le apparenze, a evidenziare quei dettagli trascurabili e in realtà capaci di fare la differenza per tornare ad essere persone. 

In questo lavoro si parla anche di rivoluzione, un sostantivo inimmaginabile per un poeta romantico e delicato come te? “Nel Lessico del cuore uso questo termine provocatoriamente. E’ arrivato il momento di far capire come stanno le cose. Sono d’accordo con Monicelli quando affermava che il vero problema dell’Italia è stato quello di non averne mai fatta una ma questo è anche il paese del ‘tengo famiglia’ di Flaiano. Da noi, e specialmente al Sud, è difficile svegliare le coscienze. Si preferisce piuttosto il classico e accomodante ‘vogliamoci bene’ che assopisce e accomoda tutto”.

Oggi la qualità fa paura - continua Buonocore - si è perso il gusto dell’arte e la musica è diventata liquida, un oggetto di consumo come un altro. Come se un brano fosse uguale a una saponetta da vendere sugli scaffali. Il mercato musicale trasloca sul digitale, si sta globalizzando, e in Italia la discografia ufficiale è praticamente alla frutta, non c’è strategia e non c’è cura per il disco inteso come un bene prezioso da conservare”.

Come ci si può adeguare a questo nuovo mercato rimanendo se stessi? “C’è chi ricerca uno scopo nobile, che è quello di far arrivare il proprio messaggio a quanta più gente possibile e c’è invece chi ‘sfrutta’ solo i nuovi mezzi di comunicazione per vendere ad ogni costo. Nel 2013 accendiamo un computer o un telefonino e siamo immediatamente connessi con un ascolto musicale distratto e superficiale. Per me i posti deputati restano altri. Ancora mi ricordo quando all’uscita di scuola mi fermavo incantato nel negozio di dischi con le cuffie incollate alle orecchie a sentire le ultime novità”.

In Serena canti della fatica di una ragazza a disegnare con certezza il proprio futuro: una canzone politica? “Vedo mia figlia alle prese con le difficoltà occupazionali del nostro tempo e con la voglia di una indipendenza spesso frustrata da mille sopraffazioni che mettono in pericolo la propria dignità. I giovani devono passare attraverso una gola strettissima e non tutti hanno il coraggio e la volontà per farlo”. I

In un tempo in cui tutto sembra a portata di mano e il successo è diventato un obbligo, per fortuna l’amore è ancora complicato: innamorarsi è la vera rivoluzione? “L’amore è sempre più complicato. E’ difficile amare liberamente senza condizionamenti esterni ma questo sentimento è l’unico che non ci hanno ancora rubato”. Eppure ci sarebbero “buone idee da liberare, basterebbe trovare il modo di comunicare” dici nel Lessico del cuore. “L’uomo ha mille risorse ma non ci si deve adeguare alla superficialità e all’insipienza. Bisogna attivarsi, spogliarsi dei ruoli imposti  e sfuggire al pericolo dell’omologazione verso il basso”.

In Tutto un altro film si parla di vecchia musica e ti chiedi chi ha ucciso il blues. “Gli assassini sono stati tanti - ride Nino - hanno iniziato con la strumentalizzazione di una filosofia e hanno finito con scimmiottarla senz’anima. Molti ne fanno un vessillo ma in loro di blues c’è pochissimo. E poi si pensa ancora che un genere sia legato a una strumentazione, io di classificazioni non ne posso più”. 

Chi vorrà ascoltare il nuovo cd in versione live dovrà aspettare il prossimo autunno-inverno quando Buonocore tornerà ad esibirsi nei teatri. “Questa estate preferisco stare fermo. Non ho voglia di cantare di fronte a gente distratta e a feste affollate col chiacchiericcio di fondo. Ho bisogno di percepire l’attenzione e il respiro di chi mi sta di fronte per capire cosa succede e il mio pubblico mi ha sempre dimostrato grande partecipazione emotiva”. Anima, tecnica, passione e classe. Bentornato Nino.

Tracking List: 1. Millenovecento73 2. L’uomo nuovo 3. Tienimi stretto 4. L’amore che non vedi 5. Il lessico del cuore 6. D’ora in poi 7. Tutto un altro film 8. La stessa 9. Passeggiando (con me)10. Quello che immaginavi 11. Serena 12. Un amore qualunque

 
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