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sabato 26 gennaio 2013
di Ludovica Mariani
Il Clan dei camorristi
Stasera la prima puntata della serie tv targata TaoDue con Stefano Accorsi nei panni di un giudice

Dal dopo terremoto dell’Irpinia alla fine degli anni ’90, l’irresistibile ascesa della criminalità organizzata in Campania. Questo, oltre alla strenua lotta di alcuni uomini di giustizia contro il crimine e il malaffare che si insinua nella vita politica del Paese è da oggi su Canale5 ne Il Clan dei camorristi serie tv in otto puntate che doveva chiamarsi I Casalesi ma sarebbe equivalso a criminalizzare un intero paese e non era nelle nostre intenzioni dice Pietro Valsecchi patron di TaoDue che produce la fiction “quello che vogliamo invece - prosegue - è continuare ad occuparci di queste storie che sono nella nostra linea editoriale e che toccano l’attualità italiana. In questo Canale5 è molto più avanti della Rai che, in quanto servizio pubblico, dovrebbe occuparsi di questi temi".

"Si farà la serie Gomorra (ma non sarà girata a Scampia dopo che il presidente della Municipalità ha negato i permessi ndr) ad esempio, ma è prodotta da Sky”. E a proposito di Matteo Garrone (regista del film Gomorra) Valsecchi dice che è stato proprio lui a suggerirgli una serie tv che si occupasse di camorra. Venuta alla luce dopo un anno di scrupolosa documentazione ed incontri con personaggi di rilievo della magistratura. Quali il giudice Cantoneho avuto la fortuna - dice Stefano Accorsi protagonista della fiction nel ruolo del giudice Andrea Esposito - di poter avere da lui alcuni consigli preziosi, primo fra tutti quello di non cadere nell’errore di fare di questo magistrato un Arcangelo Gabriele con la spada di fuoco’ perché il lavoro che questi uomini fanno è meno eccitante di quanto ci si immagina e ogni prova trovata non è che un granello di sabbia che si aggiunge, giorno dopo giorno per arrivare ad un risultato”. 

Uomini come il giudice Bottino un magistrato che combatte ancora contro la camorra. Fa il suo instancabile lavoro nell’ombra  ed è la prova di come spesso i giudici siano meno noti dei criminali che perseguono”.
“Per
Esposito abbiamo cercato di evitare l’effetto Scialoja (il poliziotto interpretato da Accorsi nel film di Michele Placido sulla Banda della Magliana ndr)” dice uno degli sceneggiatori (Daniele Cesarano, Barbara Petronio, Leonardo Valenti più Claudio Fava) gli stessi della serie Romanzo Criminale “che ci è sempre sembrato un po’ Ginko uno che si dà un sacco da fare ma non prende mai i cattivi. Andrea Esposito è un uomo buono e interessante, da vedere”.

Del ’fascino del Male’ parla invece Giuseppe Zeno (O’Malese) che cita Baudelaire (e i suoi Fleurs du Mal) e l’attenzione che sceneggiatori, i registi Alessandro Angelini e Alexis Sweet e lui stesso hanno avuto per evitare di rendere i criminali troppo accattivanti “Un uomo ricco, potente spregiudicato ha un suo fascino, è inevitabile. Ma abbiamo cercato di mostrare solo quello che realmente sono, persone senza scrupoli che vivono spietatamente arricchendosi a scapito degli altri e facendo alla società danni irreparabili”. Quanto al documentarsi “beh, sicuramente non ho potuto avvalermi dei consigli dei veri protagonisti di queste storie - dice sorridendo - ma ho letto tanto, cronaca soprattutto”. Omicidio, corruzione, minacce, tanti soldi e la rabbia violenta di chi non conosce altro che la sopraffazione ed il crimine.

Queste sono le armi di Francesco Russo detto O’Malese. E le usa tutte per arrampicarsi sempre più in alto, prima alleandosi con Antonio Vescia (l’attore Massimiliano Gallo) che aiuta a sconfiggere il clan Cutolo e poi sempre più solo, fino alla vetta dell’organizzazione. Che con lui fa il definitivo salto di qualità, la Nuova Camorra Organizzata s’introduce nei palazzi della politica romana, porta i denari della Famiglia nel nord Italia e nel giro di pochi anni non c‘è appalto, non c’è opera pubblica, non c’è cantiere sul loro territorio che non siano destinati a ingrassare le casse dell’organizzazione.

E’ un primato che ‘O Malese si conquista sul campo, eliminando con l’inganno e la ferocia tutti gli ostacoli: le Famiglie che non vogliono piegarsi, gli alleati che alzano la cresta, gli imprenditori che non vogliono pagare, i politici che non vogliono obbedire vengono spazzati via. E se c’è da trarre profitto anche dall’avvelenamento della propria terra, O’ Malese e i suoi non si tireranno indietro: il grande business dei rifiuti tossici diventa la chiave per costruire un asse criminale e finanziaria tra il nord e il sud. A contrastarlo il giudice Esposito ed suoi uomini, simbolo di un’Italia che non si piega.

E che continua a macinare il proprio mestiere e i propri doveri, consapevole che la camorra non è più solo una banda di malavitosi: è ormai un sistema di potere criminale con radici ben salde e profonde nel Paese. Ma c’è un prezzo altissimo da pagare. Durante un pestaggio O’Malese ucciderà Marco (interpretato da Glen Blackhall), giovane carabiniere fratello del giudice.
Tra gli altri del nutrito cast anche Alfredo Pea (Ministro Scala), Massimo Popolizio (Don Palma) e Fabio Troiano nel ruolo di Michele Zagali.


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