Cinema militante e rigurgiti sessantottini. Tra le barricate dei supporter, oggi contrapposte a quelle dei tanti detrattori, il movimento di massa che quarant’anni fa (e per un decennio) investì il pianeta rivoluzionando il pensiero, l’arte, la filosofia, la politica e i massimi sistemi (sociali, economici ed educativi) fa ancora parlare di sé. Soprattutto al cinema, dove il maggio parigino - col suo carico di utopie e ideali: dalle battaglie per i diritti civili agli schieramenti contro tutte le guerre e i totalitarismi - verrà celebrato sugli schermi del Filmstudio grazie alla rassegna 1968, anche il cinema insorge. Un appassionato omaggio alla celluloide militante dell’epoca che tra riflessioni filmate e pellicole di fiction prova a ragionare sul periodo bollente vissuto qualche primavera fa nelle fabbriche, nelle scuole occupate, nelle piazze e nei comitati d’azione.
Una rivoluzione raccontata per immagini (da quelle degli operai impegnati alla catena di montaggio della Peugeot di Avec le sang des autres (Foto2) di Bruno Muel, alla sfilata di cinegiornali del decennio studentesco ’68-‘78 a cura di Silvano Agosti Prendiamoci la vita) attraverso 16 film italiani e francesi, alcuni dei quali presentati in anteprima. Assolutamente da non perdere, martedì 20 maggio, la proiezioni dei Cinétracts: il collettivo di 41 filmati muti della durata di un paio di minuti ciascuno (veri e propri proiettili visual-ideologici) realizzati in totale anonimato nel maggio del ’68 da cineamatori militanti e autori affermati come Alain Resnais e Jean-Luc Godard. Nel filone del film a episodi si inserisce anche l’antiamericano Loin du Vietnam (1967 - Foto3 e 4) forte documento di propaganda contro la guerra in Vietnam, che attraverso sequenze di guerra, manifestazioni pro e contro, e addirittura una sequenza in cui Fidel Castro spiega le tecniche della guerriglia, anticipa di un anno l’invasione del cinema politico.
Nel ricco programma della rassegna non poteva mancare il film forse più noto di Godard, La Chinoise (1967 - Foto5), magnifico esempio di cinema che indaga la verità delle cose, amplificando quella tensione utopica anticipatrice della rivolta sessantottina. E’ la storia di una cellula di giovani militanti marxisti-leninisti che prova a mettere in pratica le teorie di Mao: chi dedicandosi al teatro socialista di strada e chi pianificando un attentato ad un ministro sovietico.
Parla italiano, invece, il cinema ‘rivoluzionario’ di Sergio Rossi che con Policeman, interpretato da Paola Pitagora e Lou Castel, analizza un periodo caldo della repubblica italiana stigmatizzando le modalità di addestramento delle forze dell’ordine e allineandosi al pensiero di Pasolini. Lo stesso giorno, il 24 maggio, sarà proiettato anche l’unico film di Edoardo Bruno La sua giornata di gloria, con Carlo Cecchi e Philippe Leroy, che testimonia le diverse ‘anime’ del movimento nei dibattiti. Una curiosità, il film di Bruno fu girato nei locali oggi occupati dal Filmstudio 2 che all’epoca venivano usati come set privilegiato per i raduni e la realizzazione di film indipendenti.
La rassegna, promossa dall’Ambasciata di Francia in Italia e il Goethe Institut, proseguirà nella multisala di Trastevere fino al 1° giugno.
Cinema FilmStudio - Via degli Orti d’Alibert 1/c - Trastevere
Tel. 06.45.43.97.75