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martedì 31 maggio 2005
di Claudio Montatori
“Padri e figli” in…consultorio
Ad oltre 30 anni dalle battaglie femministe sull’educazione sessuale, il consultorio approda in Tv

Un consultorio come teatro dove si rappresentano scene di vita quotidiana della varia umanità che, per i più disparati motivi, ne calca il palcoscenico, a cominciare dal personale medico che vi lavora.
Anche se francamente non se ne può più di medici che stanno in prima linea, in famiglia e dovunque li si voglia mettere, ma che alla fine te li ritrovi dentro casa ogni volta che accendi la Tv, bisogna ammettere che questa nuova fiction di Canale 5 si presenta con qualche carta in più. E l’asso piglia tutto è Silvio Orlando, mattatore assoluto almeno della prima puntata, in onda questa sera su Canale 5, dove lo psicologo Francesco Patrizi (Orlando) funziona da personaggio centrale intorno a cui si muovono tutti gli altri: sua moglie Vera (Marina Massironi) ginecologa, i loro due figli adolescenti alle prese con la (imprudente) scoperta del sesso e tutti gli altri personaggi che via via entrano ed escono dal consultorio, che diventa così il luogo dove si incontrano, e talvolta si scontrano, i vari “casi umani” . Il tutto trattato con i toni della commedia all’italiana, evitando gli accenti melodrammatici tipici delle fiction televisive.

Volevamo trattare il tema delle relazioni tra le persone e in particolare degli adolescenti - dichiara lo sceneggiatore Sandro Petraglia - si parla del sesso ma in modo leggero, niente a che fare con il sesso che ci racconta la pubblicità”.
Nella serie si mettono le generazioni a confronto con i loro timori e fragilità che prescindono dall’età e dai ruoli, in questo modo avvicinando, almeno si spera, gli adolescenti agli adulti che poi tanto adulti non diventano mai.

Alla conferenza stampa di presentazione di Padri e Figli abbiamo incontrato i protagonisti:
Orlando, lei ha dichiarato tempo fa che le fiction televisive sono come pianeti lontani dalla gente comune. È così anche per “Padri e Figli”?
Credo di no. Ho accettato questo ruolo perché mi sembrava che ci fosse uno sforzo per rappresentare la realtà nella sua semplicità, trattando temi anche importanti nelle maniera più concreta possibile, in modo che il pubblico si potesse identificare in personaggi riconoscibili”.

Lei torna in televisione dopo 14 anni, cosa l’ha convinta?
Mi sentivo trascurato dal cinema e anche io sentivo una certa stanchezza nei suoi confronti, così quando mi è stata sottoposta la sceneggiatura di Sandro Petraglia l’ho trovata interessante. Anche la presenza di un cast di attori di tutto rilievo e la produzione di Carlo Degli Esposti erano una garanzia e tutto questo mi ha convinto ad accettare”.

Ma lei aveva fatto “Il posto dell’anima” appena due anni fa e ora sta girando un film con Nanni Moretti, dunque non è che poi il cinema la trascuri così tanto...
No, è vero, ma il fatto è che a differenza del nostro presidente del Consiglio io sono pessimista di natura, per me il bicchiere è sempre mezzo vuoto...”

Preferisce recitare in Tv, al cinema o in teatro?
Credo che la televisione sia una cosa particolare, che serve a darti una visibilità più difficile da raggiungere diversamente. Mi sono meravigliato che scegliessero uno come me, considerando che in Tv ci vanno solo attori bellissimi, il più brutto è Garko... Il cinema, se uno può fa il cinema, Cannes, la Coppa Volpi... il cinema per un attore è il massimo. Il teatro invece in Italia è come scomparire, quando ci incontriamo tra noi attori ci chiediamo: È tanto tempo che non ti vedo, fai teatro?”

Marina Massironi, lei recita in un ruolo diverso dalla sua solita comicità, come si è trovata?
Ma, la diversità era solo nel progetto che però mi ha subito entusiasmata quando ho letto il copione. Il personaggio aveva caratteristiche per me nuove, ed era un po’ una sfida recitare in un ruolo di madre visto che io non ho figli. In questo mi hanno molto aiutata i ragazzi che recitano con me e naturalmente anche i registi”.

Vittoria Belvedere, lei ha il ruolo di una psicologa, come lo ha preparato? Pensa che le fiction abbiano anche una funzione pedagogica?
In questo caso sicuramente sì. In genere trattano racconti pieni di retorica, mentre Padri e Figli racconta la quotidianità della nostra vita. Per quanto riguarda il mio ruolo ho cercato di documentarmi anche se non ho avuto molto tempo”.

Questo è il primo lavoro di una serie che ha come protagonista la famiglia – aggiunge Francesco Pincelli, responsabile delle Produzioni Fiction di Rti - con l’intenzione di raccontarla nel modo più autentico possibile”.

Che la televisione stia ripensando se stessa? C’è da sperarlo, perché finora il panorama è terrificante, e l’arrivo di un buon prodotto come Padri e Figli fa tirare un sospiro di sollievo. 

La canzone Prima era prima che fa da colonna sonora alla serie è scritta ed interpretata da Daniele Silvestri (edizioni musicali Sony Music PublishingBrachetto SrlBMG Ricordi Musica Publishing SpA).
Dopo la prima puntata di questa sera – in onda, guarda caso, contro la seconda parte della fiction di Raidue L’Amore non basta con la Pivetti e Francesco Salvi (buon prodotto anche quello) - le altre cinque puntate di Padri e Figli saranno collocate di mercoledì sera (ma non si poteva farlo da subito, senza costringere il telespettatore a perdere l’una o l’altra o, peggio, ad uno zapping sfrenato per cercare di vedere tutte e due?).

La serie è stata prodotta da Rti, Palomar Endemol e Sony Pictures Television International. Per le prime due puntate la regia è stata affidata a Gianni Zanasi, mentre le restanti quattro puntate sono dirette da Gianfranco Albano.

 


Links correlati
http://www.padriefigli.tv/home.htm
 
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Foto Ufficio Stampa Mediaset

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