È Fabrizio Gifuni il protagonista di "De Gasperi, l’uomo della speranza". Nella fiction di Raiuno diretta da Liliana Cavani l’attore affronta 50 anni di vita dello statista, dal periodo studentesco pieno di ideali, alle due guerre fino alla ricostruzione dello Stato italiano per arrivare alla morte avvenuta nel 1954. Un lungo flash back che prende le mosse dai ricordi di un uomo malato e ormai stanco che durante una passeggiata in montagna racconta al nipotino Giorgio la sua vita. La politica e le vicende umane si intrecciano: un infanzia povera, gli studi a Vienna e l’incontro con Francesca Romani che diventerà sua moglie (Sonia Bergamasco, moglie anche nella vita di Fabrizio Gifuni). E poi, il ritorno in Italia e l’impegno nel Partito Popolare del quale presto diventa un leader, e gli anni bui del fascismo. Le persecuzioni, il carcere, la militanza nel CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) e, alla fine della guerra, la lunga lotta per ricostruire il Paese fino ad assumerne la guida con le elezioni del ‘48.
Gifuni, cosa l’ha interessata del personaggio De Gasperi?
“Era un uomo dove si sentiva fortissimo il senso dello Stato. Viveva la politica come un compito che lo portava ad essere al servizio del Paese e a lavorare nell’interesse dei cittadini. Un uomo politico intelligente e determinato, che ha combattuto Togliatti ma non ha esitato ad entrare in contrasto anche con il Vaticano per difendere le sue idee”.
È favorevole a queste fiction che raccontano fatti e figure importanti della storia d’Italia?
“Sono sempre molto prudente nell’accettare lavori storici per la tv. Credo ci sia l’effettivo pericolo sia di riletture adattate al periodo attuale, come quella di una semplificazione eccessiva del linguaggio. Ma in questo caso avevo tutte le garanzie di un prodotto eccellente, a partire dalla regista Liliana Cavani e dalla sceneggiatura di De Rita e Falcone. E poi l’eccellente cast”.
Dove figura anche sua moglie Sonia Bergamasco…
“Si, e questo ci ha permesso di trovare sul set una complicità naturale che mi ha molto aiutato. È stato buffo vederci truccati da vecchi!”
Un produzione di Claudia Mori per Ciao Ragazzi che ha coinvolto più di 2000 persone in 11 settimane di lavorazione e circa 90 location tra le quali il Viminale, alcune stanze di Montecitorio e la casa a Sella Valsugana della famiglia De Gasperi.
“Alcune scene – prosegue Gifuni – sono state girate proprio nella casa di De Gasperi, la sua stanza, il letto dove lui dormiva: davvero un emozione della quale devo ringraziare la figlia dello statista Maria Romana”.
Com’è stato l’incontro con lei?
“La vedevo sul set, seguiva la lavorazione discreta e attenta ma credo fosse anche molto emozionata: in fondo si parlava di suo padre! Una figura, come altre, ingiustamente ‘messa da parte’ perché rappresentante di un Italia moderata e cattolica. Mi auguro che la signora De Gasperi sia contenta di come ho rappresentato suo padre”.
Nel cast anche Anna Caterina Morariu (Maria Romana), Camilla Filippi (Lucia), Pamela Saino (Cecilia), Costanza Sebastiani (Paola), Toni Bertorelli (Don Sturzo), Andrea Tidona (Palmiro Togliatti), Luigi Petrucci (Nenni), Franco Trevisi (Scelba), Daniele Griggio (Scoccimarro), Stefano Scaldaletti (Pietro Romani), Diego Ribon (Bartolotta), Roberto Accornero (Gedda), Alfredo Pea (Attili) e Mattia Sbragia (Padre Lombardi). Soggetto e sceneggiatura sono di Massimo De Rita e Mario Falcone con la collaborazione di Liliana Cavani e la consulenza dello storico Augusto D’Angelo; mentre Maria Romana De Gasperi ha avuto la supervisione storica. La fotografia è di Claudio Sabatini e la musica di Paolo Vivaldi.
Peccato, però, dover registrare anche per De Gasperi l’ennesimo strascico di polemiche, stavolta sulla messa in onda. Pensata prima per lunedì e mercoledì prossimi (per evitare la temuta fuga di ascolti per la partita di Champions League Milan–Psv Endhoven che va in onda martedì su Canale 5) la fiction è poi stata ricollocata nei giorni canonici di lunedì 25 e martedì 26 in un balletto di spot tv che riportavano prima l’una e poi l’altra data e che ha fatto infuriare sia la produttrice Claudia Mori che la regista Liliana Cavani: “Sembra che in Rai vogliano che la vedano in pochi questa fiction” dichiarano entrambi. Mentre noi archiviamo un altro capitolo del “romanzo popolare” infinito che unisce Rai e Mediaset nella guerra di ascolti, dichiarazioni, smentite e veleni.