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lunedì 18 aprile 2005
di Ludovica Mariani
Piotr Adamczyk, il Wojtyla televisivo
“Questo ruolo è stata un’autentica sfida, lo sarebbe stato per chiunque, figuriamoci per un polacco”
Proprio nei primi giorni del Conclave, quando in qualunque momento potrebbe essere eletto il nuovo Papa, Canale 5 decide di mandare in onda la storia di Karol Wojtyla. Mini film in due puntate in onda questa sera e domani, "Karol, un uomo diventato Papa" racconta il periodo giovanile di Wojtyla trascorso in Polonia durante l’occupazione fascista e il successivo regime sovietico. Nel ruolo del Pontefice il giovane attore polacco, Piotr Adamczyk

Proprio nei primi giorni del Conclave, quando in qualunque momento potrebbe essere eletto il nuovo Papa, Canale 5 decide di mandare in onda la storia di Karol Wojtyla. Mini film in due puntate in onda questa sera e domani, Karol, un uomo diventato Papa racconta il periodo giovanile di Wojtyla trascorso in Polonia durante l’occupazione fascista e il successivo regime sovietico.
Affollata la proiezione stampa che ha commosso anche gli ospiti presenti, emozione che ha fatto esplodere la platea in un lungo applauso al termine del film.

Nel ruolo del Pontefice il giovane attore polacco, Piotr Adamczyk (doppiato dal bravo Luca Ward) che ha tutte le carte in regola per diventare un protagonista internazionale del cinema e della tv. Prima fra tutte la capacità interpretativa che la fiction diretta da Giacomo Battiato mette in luce, e poi un aspetto molto gradevole che - lo abbiamo potuto vedere con i nostri occhi - ha mandato in fibrillazione già parecchie ragazzine. Munite di penna e taccuino lo hanno aspettato a lungo per avere un autografo e sono andate in visibilio per una foto col biondino di Varsavia. Questo mentre a pochi metri c’era Raoul Bova (anche lui nella fiction nel ruolo di Don Tomasz Zaleski), un bellissimo di casa nostra che dopo le interviste e le foto di rito si sottraeva però velocemente all’affetto delle sue fan. Un po’ troppo divo o, come ci è stato detto, impegnato su un set?

Con un sorriso accattivante che ancora più del suo viso deve aver convinto i produttori della sua somiglianza con Karol, il trentatrenne Piotr risponde alle domande e si concede volentieri al suo nuovo pubblico italiano

Aveva già avuto contatti con qualche regista italiano?
Essere scelto da un regista italiano mi ha stupito proprio perché da voi non conoscevo nessuno, quindi è stata una sorpresa, posso dire qualcosa caduto dal cielo”.

Cosa conosce del nostro Paese?
A parte che è bellissimo? Non ho visto molto dell’Italia ma sono stato a Roma per incontrare il Santo Padre nel novembre dello scorso anno. Era un uomo stanco e malato eppure i suoi occhi brillavano di vitalità e di quella luce che non ha mai perso. Mi ha sorriso e ha dettovoi siete matti a fare un film su di me, che avrò fatto mai per meritarlo?’ Sento ancora l’emozione di quell’incontro anche se non era la prima volta che lo vedevo”.

Aveva già incontrato Papa Wojtyla?
Si, nel mio Paese durante il suo primo viaggio in Polonia. Io avevo solo sei anni ma ero in strada insieme a migliaia di persone ad aspettare il Suo passaggio. Mi ha guardato e poi benedetto. Mi porterò dietro questo ricordo per tutta la vita”.

Cosa si prova ad interpretare un personaggio come quello di Karol Wojtyla?
Gioia, momenti di grande felicità ma anche un grosso senso di responsabilità. Non so se voi potete capire cosa significa per noi polacchi questo Papa. Durante il suo pontificato la storia del nostro Paese è cambiata, è cambiata la storia di ognuno di noi! Per quelli della mia generazione, poi, Lui è stato l’unico Papa che abbiamo conosciuto. Certo ci è stato detto che era inconsueto un Papa polacco ma io non mi ricordo di altri, sono cresciuto con Lui e non avrei mai creduto che l’avrei anche interpretato!”

È stato difficile entrare nel personaggio?
È stata un’autentica sfida, lo sarebbe stato per chiunque e ancora di più per un attore polacco. Difficile mostrare un personalità tanto complessa come quella del Santo Padre, ho letto il libro di Gian Franco Svidercoschi (Storia di Karol - Ancora-Eri Editore - dal quale è tratta la fiction n.d.r.), ho parlato con molti amici di Karol Wojtyla e sono abbastanza soddisfatto del risultato. La verità è che era impossibile prepararsi a questo ruolo nel senso classico della parola: su cosa avrei dovuto lavorare, sul misticismo, la spiritualità o sulla fede?”.

Un cast che conta, ovviamente, molti polacchi ma sul versante italiano vede, a parte Raoul Bova, anche Ennio Fantastichini e Violante Placido.
Prodotto dalla Tao Due di Pietro Valsecchi, il film porta la firma di Giacomo Battiato anche per la sceneggiatura (in collaborazione con Carmelo Pennisi); mentre le musiche sono composte, orchestrate e dirette da Ennio Morricone.

 
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