Un atto di fede, nella musica e nel recupero dell’umanità perduta. Renato Zero non riesce a stare con le mani in mano al tempo della pandemia e della guerra. Dopo i tre cd di Zerosettanta arrivano da venerdì 8 aprile un doppio cd ed un libro oltre all’annuncio di quattro imperdibili serate al Circo Massimo a settembre (23,24,25 e 30, il giorno del suo 72mo compleanno) per festeggiare i suoi 55 anni di carriera.
Un lavoro composito, figlio dell’impazienza di sfidare questo tempo malato e di non assecondare gli istinti solitari della nostra epoca tecnologica. Sotto la statua a cavallo di Marco Aurelio, nella bellissima sala del Campidoglio, Renato ha presentato alla stampa- finalmente in presenza- la sua ultima creatura non nascondendo la sua soddisfazione per un progetto che esula dal suo percorso tradizionale.
Ci siamo ammalati di silenzio e anche lo sguardo ne risente. I rumori della vita non sono più gli stessi e la routine è diventata snervante e tossica. Accarezzare Dio da vicino era un traguardo al quale ambivo da tempo e questa opera sacra è il mio atto di fede verso la cristianità e verso gli altri. Un abbraccio ormai è un inutile spreco di energie- continua Renato nella sua oratoria iniziale- Tutto scorre liquido e prevedibile, dove ci siamo persi? si domanda il cantautore romano.
Siamo rimasti incollati al divano e ci siamo addormentati per troppa indecisione ma Dio, che dovremmo ringraziare anche per il dolore che ci rende uomini, è sempre più ostinato a credere in noi e a perdonarci. Ma poi ce lo meritiamo veramente questo Dio?
Composto da 19 brani inediti di musica sacra scritti e composti da Zero e arrangiati e orchestrati dal Maestro Adriano Pennino (in coda anche Ave Maria in una versione del tutto nuova e sorprendente) per altrettanti testi - pensieri e riflessioni degli Apostoli della Comunicazione (Alessandro Baricco, Luca Bottura, Pietrangelo Buttafuco, Sergio Castellitto, Aldo Cazzullo, Lella Costa, Domenico De Masi, Oscar Farinetti, Antonio Gnoli, Don Antonio Mazzi, Clemente J. Mimun, Giovanni Soldini, Marco Travaglio, Mario Tronti, Walter Veltroni- e le voci narranti di Oscar Farinetti, Pino Insegno, Giuliana Lojodice, Marco Travaglio, Luca Ward, Atto di fede vanta la straordinaria presenza della Budapest Art Orchestra diretta da Andras Deak, la rinnovata collaborazione con il Coro Internazionale istituito dall’Orchestra Filarmonica della Franciacorta e le imponenti interpretazioni di Giacomo Voli e di Lorenzo Licitra.
Con Zero che sceglie di parlare degli uomini agli uomini, scandagliando aspetti dell’esistenza che oggi tendiamo quasi a dare per scontati: il valore del nostro passaggio terrestre, la profonda dignità che ha il nostro tempo su questa Terra.
La fede è la chiave che permette di osare- continua Renato - tutti i giorni dobbiamo superare i dubbi e i sospetti. A sentirsi inadeguati e difettosi oggi ci vuole coraggio ma il mio impegno è premiato dalla soddisfazione che mi regala il sorriso di chi incontro per strada. Sento puzza di polvere da sparo ovunque oggi e non solo in guerra. Ancora non conosciamo i nostri vicini di pianerottolo e chiudiamo le porte a mandate. Così anche l’amore non entrerà mai.
Quanto ti ha pesato la lontananza dal palcoscenico in questi anni?
Meno che a molti dei miei colleghi- risponde Zero- io la gente la cerco, non la aspetto e il marciapiede è ancora la mia palestra. Anche se la sacrestia di quel luogo chiamato camerino mi manca da morire. Prima di salire in scena mi tremano le gambe e mi faccio il segno della croce in un gesto di protezione ma poi il contatto col pubblico ripaga sempre la fatica.
Renato risponde poi sul politicamente corretto (Utilizzare certe formule è un alibi per molti) e sulla censura (Con me ci hanno provato chiudendo Zerolandia, un vero e proprio atto criminoso), invita i giovani a credere in se stessi e striglia i nostri politici (Mancano una regia e degli esempi da seguire, il dovere sarebbe l’impegno e invece molti si nascondono e delegano) raccontando poi l’attuale momento della sua carriera artistica.
Non ho rimpianti, sono appagato Sarà la paura del calendario che avanza ma sto producendo molto ultimamente e anche se il mio futuro si racconterà con più facilità rispetto al mio passato, voglio spendere i giorni che mi restano in progetti alti e qualitativi, sempre sulla scia del trasformismo artistico e sentendomi vivo. I
nfine ecco cosa attendersi dalle quattro serate al Circo Massimo (i biglietti saranno disponibili in prevendita su renatozero.com, viva ticket.it e tutti i punti vendita Vivaticket dalle ore 11 di lunedì 11 aprile).
Se aspetto ancora un po’ ho paura di non avere più la forza nelle gambe…E’ arrivato il momento di festeggiare e condividere col mio pubblico. Con ostinazione non bisogna rinunciare a ciò che siamo. Il virus ha cercato di modificare la nostra geografia sociale e le nostre abitudini ma è ora di dire basta. Mi sto cercando da più di 70 anni e forse mi troverò proprio in questo luogo simbolico ed epocale. Sarò un po’ gladiatore e un po’ guida turistica della mia Roma che ho cantato sempre con sincerità, passione e coerenza. Ognuna delle serate avrà una scaletta diversa e mi verranno a trovare amici e cantanti. I costumi? Ci saranno ma ormai li ho indossati tutti, mi resta solo la foglia di fico…