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mercoledì 19 febbraio 2014
di Alessandra Miccinesi
Sanremo, tra precari e Marò spuntano Carrà e Casta
Dalla carrozza alle piume, dal treno deragliato in Liguria ai lavoratori senza stipendio di Pompei, e dalla Littizzetto versione Blubelle alla platinata Carrà. Benedetto Sanremo. Il festival della canzone italiana ieri ha tagliato il nastro, aprendo in maniera turbolenta la edizione 2014 tra le proteste di due lavoratori che minacciavano di buttarsi di sotto e la presenza in sala di Beppe Grillo
Qualche scossone iniziale, ma nulla più. Tutto ciò che era stato promesso in conferenza stampa da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, i due conduttori del festival, c’è stato. Con l’inevitabile scia di polemiche, note e piume di struzzo, che rendono questa manifestazione il centro d’attenzione - e d’ascolto - privilegiato dei confezionatori di gossip nostrani. La musica? è sempre più in secondo piano, tanto che si parla più di politica, sociale, e sorprese più o meno annunciate che dei cantanti. E dei loro pezzi. In gara, a proposito, ieri hanno più o meno brillato: Arisa (Controvento), Frankie Hi NRG (Pedala), Antonella Ruggiero (Da lontano), Raphael Gualazzi e Bloody Betroots (Liberi o no), Cristiano De Andrè (Il cielo è vuoto), Perturbazione (L’unica), e Giusy Ferreri (Ti porto a cena con me).

L’anno scorso Lucianina fece il suo ingresso trionfale in carrozza, versione principessa. Quest’anno invece è entrata in versione Bluebelle, con corsetto a balconcino fiorito onrnato di pupazzetto: il giornalista della Rai Vincenzo Mollica.
Come l’anno scorso, la Littizzetto ha letto una lettera a Sanremo, concedendosi una battuta rivolta al sindaco della città dei fiori, seduto in platea. "Sindaco nessun avviso di garanzia? Possibile? Neanche uno scontrino per un paio di mutande comprate di straforo?". E naturalmente il refrain della serata - oltre che della lettera - è stato lo sfottò nei confronti del suo partner artistico.

Tra i super ospiti della prima serata, la bella Laetizia Casta. Per l’occasione, Fazio si è vestito da esistenzialista francese, e si è lanciato in una esibizione canora piuttosto temeraria de Ne me quitte pas, capolavoro di Jacques Brel. La gag è proseguita con la Casta, che per bilanziare l’eccessiva malinconia ha replicato con una versione di Meraviglioso cantata al minimo dell’intonazione canora richiesta e l’umiltà dovuta a un grande come Modugno.
Dopodiché, Fazio ha riproposto Le foglie morte, a sorpresa cantata per la Littizzetto che senza mezzi termini ha sibilato: "tanto non te la da". E quando Fazio ha ripreso a cantare, il clima si è acceso trasformando il palco dell’Ariston in un proscenio da avanspettacolo sulle note di Polvere di stelle.

La Casta ha cantato e ballato sulle note di Ma ’ndo vai omaggio alla grandissima Monica Vitti circondata da un gruppo di ballerini in un diluvio di piume di struzzo nere e glitter colorati sul palco. A quel punto, è scattato l’omaggio ad Enzo Jannacci: accompagnato dal figlio Paolo al piano, Fazio ha indossato l’impermeabile del cantautore milanese scomparso, per cantare l’irresistibile Silvano insieme con la Casta. Coraggiosi, non c’è altro da dire.

Tra un big e l’altro, ad inframmezzare la gara canora, per festeggiare il compleanno della Rai si è materializzata sul palco l’inossidabile Raffaella Carrà, vulcanica ed energica più che mai. La bionda soubrette, che ha inventato il sabato sera televisivo ma soprattutto la tivù che non c’era, quella della mattina a mezzogiorno ("quando la Rai aveva ancora le strisce colorate e Fazio debuttava accompagnato dal babbo per fare le imitazioni"), ha cantato e ballato con i boys (il suo ultimo pezzo Fun Fun Fun Cha Cha Ciao, scritto da Gianna Nannini) e con Luciana Littizzetto (Rumore e Fatalità), dopo di che si è congedata lanciando un appello per la liberazione dei due Marò trattenuti in India, affinché vengano processati in Italia.

Tra gli altri super ospiti, Luciano Ligabue che con Mauro Pagani ha cantato in versione acustica Creuza de ma, nel giorno del compleanno di Fabrizio De Andrè e a 30 anni dall’uscita dell’album che prende il titolo da questa song. Ligabue, che per la prima volta è salito sul palco del festival, tornerà all’Ariston sabato. Per la gioia dei maschietti, tornerà anche la bellissima Casta.
Infine Cat Stevens, giunto all’Ariston con l’aria disinvolta di chi 40 anni fa, all’apice del successo ha mollato tutto per convertirsi all’Islam per dedicare la sua vita alla riflessione. A Sanremo Stevens ha cantato Road Singer, citando i Beatles di All You Need Is Love, e con Fazio ha parlato di religione e di pace. Poi ha proposto la canzone che lo ha parlato nella storia Father and Son. Performance salutata da una standing ovation. (Fonte Ansa)
 
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