Quest’anno la scena è stata occupata da Liliana Cavani, una delle poche registe donne del nostro cinema, e l’evento nel contesto assisano ha assunto una valenza maggiore per l’interesse che la regista ha nutrito, nel corso della sua carriera, nei confronti della figura di San Francesco. A lui, infatti, ha dedicato ben tre film a cominciare dal suo primo lungometraggio Francesco d’Assisi, girato per la tv nel 1966 (fuori concorso al Festival di Venezia), a cui hanno fatto seguito nel 1989 il suo secondo Francesco (in concorso a Cannes) interpretato da Mickey Rourke e ancora nel 2014 un terzo lavoro Francesco D’Assisi andato in onda su RaiUno. Insomma un rapporto davvero speciale per un artista considerata una provocatrice e una cattolica del dissenso per alcuni, una regista laica e trasgressiva per altri, che le è valsa la cittadinanza onoraria conferitale nel corso delle kermesse.
Una tre giorni densa di proiezioni, incontri con pubblico e studenti e conclusasi, come da copione, con il convegno dal titolo Santi e peccatori al di là del bene e del male alla presenza di storici, critici, studiosi, produttori, sceneggiatori che attraverso testimonianze ed esperienze dirette hanno tratteggiato le peculiarità della carriera e del cinema della Cavani. Carriera che ha spaziato tra cinema, televisione e lirica, con 2 cortometraggi, 12 tra documentari e inchieste e numerosi film per il cinema come I Cannibali (1970), Il portiere di notte (1974), Al di là del bene e del male (1977), La pelle (1980), Interno berlinese (1985), Dove siete? Io sono qui? (1993), Ripley’s Game - Il gioco di Ripley (2002); mentre per la Tv ha firmato fiction come De Gasperi l’uomo della speranza, Einstein e il già citato Francesco D’Assisi del 2014. Personalità di autrice appassionata che ha fatto della ricerca culturale, prima di affrontare una regia, uno dei tratti distintivi del suo cinema, l’ha definita Orio Caldiron soffermatosi a parlare de La pelle film “tra i più interessanti in assoluto”, con cui la Cavani è riuscita a precorrere quell’opera di riscoperta e di valorizzazione di cui sta attualmente beneficiando l’omonimo romanzo di Curzio Malaparte.
Nei suoi film ha spiegato la studiosa Francesca Brignoli c’è sì una forma di scandalo ma nell’aderire a sé stessi, c’è la provocazione e c’è l’aspetto cosmopolita essendo un’autrice molto studiata all’estero ma soprattutto il suo è un cinema che sfugge alla catalogazione e per questo interessante. Luicidità, rigore morale e artistico, focalizzarsi su un argomento privandolo di tutti gli inutili orpelli per andare dritti al nocciolo del problema sono tutti elementi che, secondo Luca Verdone, caratterizzano l’opera di Liliana Cavani.
La rassegna si è conclusa il 28 novembre con l’assegnazione del premio Domenico Meccoli - ScriverediCinema dedicato a quanti si sono distinti, nel 2015, nella scrittura e nella promozione del cinema attraverso i media. All’attore e neo regista Sergio Assisi è andato invece il premio speciale del pubblico di Primo Piano sull’autore, sezione collaterale Dove va il cinema italiano? Oltre la commedia, le nuove proposte riservata ad opere prime e seconde di giovani autori italiani, per il suo primo lungometraggio A Napoli non piove mai.
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