Dopo il successo di Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord, Luca Miniero parte da una sua vecchia - bella - idea per una commedia italiana originale nella storia e nell’approccio che poggia, come dice lo sceneggiatore (con Federica Pontremoli) e regista, sul cast. Infatti, Un boss in salotto ha come protagonisti Paola Cortellesi, Rocco Papaleo e Luca Argentero, ma anche su un bel gruppo di comprimari.
Una commedia diversa perché affronta vari argomenti (dalla camorra alla ’dimenticanza’ delle proprie radici) che tormentano il nostro paese da tanto tempo, anzi da almeno due secoli, ma che di solito è più facile e divertente trattare superficialmente, magari col consueto buonismo familiare finale. Il classico vogliamoci bene, anche se nella realtà accade di rado. Quindi spettacolo, divertente, quasi sofisticato però con un occhio sulla realtà.
Non è certo una commedia natalizia e nemmeno un cinepanettone, tanto che il regista costretto a dare una definizione accenna ad una cinepastiera visto che si parla di radici (in questo caso napoletane, ma in generale meridionali) che si cerca di cancellate ad ogni costo.
La vicenda: Cristina (Cortellesi) è un’energica meridionale trapiantata in un piccolo centro del Nord dove è riuscita a costruirsi una vita (un’identità, cambiando anche nome) e una famiglia perfette insieme al marito Michele Coso (Argentero) e ai loro due meravigliosi figli, Vittorio (Saul Nanni) e Fortuna (Lavinia De’ Cocci). Ma un giorno l’ignara Cristina, convocata in questura, scopre che suo fratello Ciro (Papaleo) - che non vede da 15 anni e dato per morto - è implicato in un processo di camorra e ha chiesto di poter trascorrere gli arresti domiciliari a casa sua. Cristina suo malgrado è costretta ad accettare e da quel momento la sua ordinatissima routine famigliare verrà letteralmente sconvolta. Però, non tutto male vien per nuocere. Secondo in punti di vista (morali ed etici).
"Anno nuovo commedia nuova" ha detto giustamente il produttore Riccardo Tozzi di Cattleya, vista la data scelta per l’uscita e anche per il tono leggero ma graffiante con cui affronta il problema criminalità (un po’ come Pif in La mafia uccide solo d’estate). Uno spunto forte che in filigrana ci fa riflettere quanto il nostro paese sia ancora legato - economica e politicamente - per interesse e convenienza ad essa, anche quando, apparentemente, la rifiuta prendendo come bersaglio i meridionali ’senza potere’.
"Credo che il conflitto nord e sud ci sia ancora - afferma il regista alla presentazione -, ma che i vizi e i difetti vengano stesi al nord, infatti, nel film favorisce l’ascesa del fantomatico boss, con la sua accondiscendenza. Dall’altra parte i meriodionali rinnegano le radici, affermando ’la pastiera non entra in una famiglia onesta’. Un film sulle proprie origini, perciò ci sono attori del nord e del sud, perché possano confrontarsi con le realtà locali. Questo offre spunti locali (è ambientata in una non identificata cittadina del nord ma girato a Bolzano ndr), i quali funzionano sempre. E le loro origini sono fonte delle situazioni comiche del film".
"Sono la persona meno adatta a parlare del mio film - dichiara Miniero - perché ne vedo sempre i difetti, l’importante è che ogni regista faccia la commedia o il film che sente non preoccupandosi dell’uscita né degli incassi. La volgarità non è un fatto discriminante, ma faccio fatica a parlarne del mio lavoro. Penso che non sia l’assenza di parolacce a togliere la volgarità da un film".
"E Luca l’ha fatto sviscerando temi interessanti, alti - chiosa Papaleo, che nel film parla napoletano -, tanto ci penso io ad abbassare il tono, abbiamo provato a fare un film drammatico ma non ci siamo riusciti".
Stavolta "Partiamo con una grande commedia popolare" affermano alla Warner Bros., ritentando l’esperimento dell’anno scorso con La migliore offerta di Giuseppe Tornatore che, nonostante fosse un dramma, ha incassato 10 milioni di euro.
Nel bel cast anche l’inimitabile Angela Finocchiaro (Doriana Manetti), perfetta nel ruolo della signora benestante un po’ snob; Alessandro Besentini-Ale (Carlo Manetti); Franz (bidello), Giselda Volodi (vicina di casa), Marco Marzocca (poliziotto), Massimo De Lorenzo (ispettore) e Salvatore Misticone (professore d’inglese).
Oltre Bolzano, le location sono Merano, San Candido e, ovviamente, Roma nei teatri di posa. Direttore della fotografia Federico Angelucci, montaggio di Valentina Mariani, scenografia di Monica Vittucci, costumi di Eleonora Rella e musiche di Umberto Scipione.
Nelle sale italiane dal 1° gennaio distribuito da Warner Bros. Entertainment Italy in 450 copie.