A Giorgia Calò, giovane storica dell’arte e responsabile ufficio stampa del Museo-Laboratorio d’Arte Contemporanea della "Sapienza" di Roma (MLAC), dobbiamo quest’agile saggio su un aspetto meno noto dell’arte di Mario Schifano (1934-1998), il versatile artista fra i membri - con Franco Angeli, Giosetta Fioroni ed altri - della celebre "Scuola di Piazza del Popolo" nella Roma anni ’60, poi protagonista d’innumerevoli mostre di rilievo internazionale, dalla Biennale di Venezia al Centro Pompidou di Parigi e al Guggenheim Museum di New York.
Metà anni Sessanta: un’epoca che in molti ricordiamo di grande creatività e sperimentazione (artistica, teatrale, cinematografica), distante anni luce, pur con le sue ombre (il gioco di parole è sottilmente voluto) dalla cupa melassa buonistico-conformistica e dalla trasgressività spesso solo esteriore di oggi. Un’epoca destinata a rivoluzionare profondamente politica, religione, arte, linguaggio, costume: al di là dell’arenarsi, nel decennio successivo, delle grandi speranze di cambiamento nate con gli anni di Kennedy, Kruscev e Papa Giovanni, e scontratesi con le risposte "vecchie", ideologicamente datate, del ’68.
In questo clima, Schifano, artista già affermato e uso alle più originali sperimentazioni multimediali (connubio pittura-fotografia, anzitutto), realizza nel ’67 il cortometraggio Anna Carini in agosto vista dalle farfalle; e, in seguito, nel ’68-’69, la trilogia (variamente apprezzata dalla critica del tempo) Satellite, Umano non umano (dal chiaro richiamo alla celebre opera di Nietzsche) e Trapianto, consunzione e morte di Franco Brocani.
Sono opere, realizzate con la partecipazione di nomi come Alberto Moravia, Maurizio Calvesi, Mick Jagger, Carmelo Bene, Sandro Penna, oggi pressochè introvabili e, anche allora, circolate solo in un ristretto pubblico di aficionados di gallerie d’arte e cinema d’essai. Ma che rientrano a buon diritto fra i migliori esempi di cinematografia alternativa, dal Free cinema inglese di Tony Richardson e del giovane Ken Loach alla Nova vlnà (Nuova ondata) della Cecoslovacchia anni ’60, già pronta alla Primavera di Praga, sino alle punte più avanzate della Nouvelle Vague francese e agli artisti statunitensi della New York Film-Maker’s Cooperative degli anni ’60-’70.
Nel quadro della mostra Trilogia d’Artista, organizzata recentemente alla "Sapienza" di Roma col contributo della Fondazione Schifano e della Regione Lazio, e d’un convegno, seguìto dalla proiezione della Trilogia schifaniana, il libro è stato presentato, con la partecipazione, fra gli altri, di Simonetta Lux, direttrice del MLAC, e dei critici Domenico Scudero, Pierfilippo Capello e Franco Brocani.
Titolo: Trilogia d’artista-Il cinema di Mario Schifano
Autore: Giorgia Calò
Editore: Lithos
Uscita: 2004
Pagine: 89
Prezzo: 10 euro