L’uomo e l’artista, la musica e la famiglia, i compagni d’avventura e il rapporto viscerale con Napoli. Dopo Il tempo resterà (2017) di Giorgio Verdelli e Nero a metà di Marco Spagnoli uscito a gennaio 2025, prosegue il doveroso omaggio artistico a Pino Daniele con Pino di Francesco Lettieri, evento specuale al cinema il 31 marzo, 1 e 2 aprile.
Prodotto da Groenlandia, Lucky Red e Tartare Film in collaborazione con Netflix (dove sarà disponibile da luglio) il film musicale- così lo definisce giustamente il giornalista e critico musicale Federico Vacalepre che il regista conduce, come un novello Cicerone, sulle tracce di un Pino inedito e mai raccontato- arriva a 70 anni dalla nascita dell’artista e a 10 anni dalla sua scomparsa.
Si comincia con un toccante filmino di casa Daniele con il cantautore impegnato con figli, cani e gatti in una quotidianità domestica, rassicurante e felice (Qui è dove tutto è cominciato dice Pino che riprende con la videocamera) che fa da apripista alla storia dell’uomo in blues.
Nato in collaborazione con la Fondazione Pino Daniele Ets, che ha riconosciuto al documentario il sigillo 70/10 Anniversary- un marchio distintivo assegnato esclusivamente a eventi, progetti e manifestazioni che, oltre a rendere omaggio alla memoria di Pino Daniele, rappresentano un valore significativo e un contributo rilevante alla sua eredità musicale e culturale- Pino ripercorre la carriera dell’artista attraverso video mai diffusi di concerti, backstage e sale d’incisione, inediti musicali (il bellissimo Tiene mmano, scarto dell’81 dal materiale di Vai mò), foto degli album di famiglia e appunti tratti dai suoi diari personali.
Un materiale vasto e sorprendente capace di generare ammirazione e scatenare la commozione per un talento ed un’epoca scomparse.
Ed ecco il rapporto con le zie con le quali ha abitato da piccolo, la morte per leucemia della sorellina e i problemi con la vista a 12 anni; le prime band (New Jet e Batracomiomachia), il provino a Gaeta e il primo contratto con la Emi firmato proprio il giorno in cui doveva essere assunto come stewart dall’Alitalia e nel quale si diede il primo bacio con Dorina, la prima moglie che, come quasi tutti gli intervistati, non appare mai in video ma rievoca solo attraverso la voce fuori campo il suo rapporto con Pino (Sei stato una testa di c…. ma ti ho amato tantissimo dirà commossa dopo la sua morte).
E poi ancora i sogni, le delusioni, il mitico concerto dell’81 a Piazza del Plebiscito di fronte a 200.000 persone (accompagnato sul palco da Tullio De Piscopo, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Tony Esposito e James Senese in un concerto in cui blues, jazz, funk e rock si mescolavano, andando a definire il cosiddetto Neapolitan Power), i miti (Eric Clapton che lo inviterà in America e col quale suonerà a Cava de’ Tirreni), il rapporto con Troisi e quel maledetto infarto miocardico che dall’89 in poi ne segnerà carriera e vita.
La storia di un uomo sempre libero, uno sperimentatore di generi musicali (canterà anche il madrigale), spesso critico verso l’industria musicale e capace di fare politica da strada attraverso la sua musica.
Con Lettieri che getta un bel ponte tra passato, presente e futuro, attraverso i video clip contemporanei e girati ex novo tra le vie di Napoli di alcune delle canzoni più belle di Pino Daniele (Cammina cammina, da Terra mia, il primo e bellissimo album del 1977 che vendette appena 6000 copie, Chillo è nu buono guaglione, Quanno chiove, Allora sì). Un suggestivo passaggio di testimone che scatena una domanda. Al tempo dell’I.A. e dell’autotune ci sarà qualcuno che saprà raccoglierlo? Suonala ancora Pino.
Per venerdì 28 marzo prevista al cinema Metropolitan di Napoli una speciale anteprima.