Dieci famiglie trucidate in 30 anni da padri diversi che poi si tolgono la vita ma sempre la stessa firma lasciata su ogni scena del crimine. Nessun DNA né movente, assenza di testimoni e di effrazioni alle villette visitate. Solo una serie di indizi occulti e una data di compleanno (il 14 del mese) per provare a mettere fine alla terrificante scia di sangue che sconvolge l’Oregon innevato e apparentemente immacolato dell’era Reagan?
Scritto e diretto da Osgood Perkins (il primogenito di Anthony), Longless- presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public e maggior incasso in patria per un horror indipendente negli ultimi 10 anni con oltre 110 milioni di $- è un solido crime-thriller che inquieta e spaventa attraverso il subconscio e i paesaggi sonori subliminali ed ipnotici (il glam rock anni ’70 usato in forma occulta).
Una storia alla Manson (per citare una battuta del film) e un viaggio nel regno dell’occulto che rimanda inevitabilmente- per dinamiche e struttura narrativa- a Il silenzio degli innocenti, il capolavoro di Jonathan Demme del ’91 vincitore di 5 premi Oscar.
Una vera e propria partita a due tra una solitaria neo-agente dell’FBI (l’ottima Mika Monroe) con poteri sensitivi e vita solitaria nella foresta pluviale e quel viscido e lo sfuggente mostro delle favole (un irriconoscibile e magnifico Nicolas Cage nascosto sotto parrucca bionda e trucco pesantissimo) che appare all’inizio in formato 4:3 inquadrato dalle ginocchia al naso mentre tenta di sedurre una bambina che lo ha visto arrivare in auto dalla finestra della sua casa.
Tra alfabeti cifrati e algoritmi, bambole di porcellana fatte a mano con capelli naturali e vecchie fattorie dove si nasconde il Male, ospedali psichiatrici, madri malate (Alicia Witt), patti col Diavolo e i 9 cerchi dell’Inferno ecco un lungo sogno buio messo in scena con grande perizia tecnica e stile in sottrazione che evita colpi bassi e voglia di stupire ad ogni costo.
Un horror adulto coi respiri affannosi della nuova Clarice Starling a punteggiare questo film concettuale e stratificato che minaccia lo spettatore attraverso le attese e tempi dilatati. Interni spogli, bolle di isolamenti mentale e rievocazioni infantili per stanare il Signore del piano di sotto che gioca sulla complicità dei suoi devoti e sembra condividere con quella donna che gli da la caccia più di un segreto.
Da non perdere.
In sala dal 31 ottobre distribuito da Be Water Film in collaborazione con Medusa