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lunedì 25 settembre 2023
di Claudio Fontanini
UN’ESTATE FA
Dal 6 ottobre su Sky e Now il crime thriller in 8 puntate con Lino Guanciale
Un’auto col cadavere di una diciottenne scomparsa il 3 luglio 1990 viene ritrovato in fondo a un lago. Un avvocato di successo, alle soglie dei 50 (Lino Guanciale), ripiomba all’improvviso nel suo ambiguo passato che aveva rimosso dopo dolorose amnesie fulminanti. Un ispettore (Paolo Pierobon) indaga per omicidio ossessionato dalla colpevolezza di quell’unico sospettato
Un’auto col cadavere di una diciottenne scomparsa il 3 luglio 1990 viene ritrovato in fondo a un lago con indosso una fede nuziale sulla quale è incisa una frase di Sant’Agostino dall’Inno all’amoreUn avvocato di successo, alle soglie dei 50 (Lino Guanciale), ripiomba all’improvviso nel suo ambiguo passato che aveva rimosso dopo dolorose amnesie fulminanti. Un ispettore (Paolo Pierobon) indaga per omicidio ossessionato dalla colpevolezza di quell’unico sospettato (innamorato da giovane della ragazza) e dalle sigarette che tenta di abbandonare. 

Crime thriller e nostalgico come eravamo, Un’estate fa la nuova serie Sky Original prodotta da Sky Studios e da Fabula Pictures, creata da Michele Alberico e Massimo Bacchini, scritta da Valerio Cilio, Federico Favot, Michele Alberico e Massimo Bacchini, e in onda in esclusiva su Sky Atlantic (tutti i venerdì in prima serata con due nuovi episodi disponibili anche on demand) e in streaming solo su Now dal 6 ottobre- si dipana lungo trent’anni tra flash back e due diverse linee narrative, miscelando a meraviglia le immagini di Italia ’90 e il campeggio con gli amici, gli amori estivi e i falò in spiaggia (riprese tra Ostia e la Puglia) con quelle di una moderna Roma cosmopolita che fa da catapulta nel passato (con la possibilità per il protagonista, forse, di modificarlo) tra colpi di scena e vecchie foto che cambiano sfondo (occhio ad un bicchiere di Spritz...). 

Una vera e propria caccia ai ricordi dove le cose belle sembrano brutte e viceversa e dove fare i conti con quello che si era e si è diventati. Diretta da Davide Marengo e Marta Savina, interpretata da un magnifico cast transgenerazionale (tra gli altri recitano Filippo Scotti, Claudia Pandolfi, Antonia Fotaras, Nicole Grimaudo, Alessio Praticò, Tobia De Angelis, Martina Gatti, Luca Maria Vannuccini, Sofia Iacuitto, Anna Ferzetti, Claudio Bigagli, Paolo Triestino e Massimo Dapporto) la serie, in 8 puntate, è impreziosita da una seducente colonna sonora che accanto alle musiche originali, composte da Michele Braga, comprende tantissime hit degli anni ’80 e ’90 per una imperdibile playlist curata da Errico e Marco De Angelis che è un vero e proprio tuffo al cuore (si va da Bette Davis Eyes di Kim Carnes agli a-Ha di Take on me, da Enjoj the Silence dei Depeche mode a Shout dei Tears for Fears fino a The Power of love dei Frankie Goes to Hollywood, Un’estate italiana di Edoardo Bennato  e ovviamente, al brano che dà il titolo alla serie, scritto da Califano e qui proposto nella versione di Mina e in una sorprendente cover inedita realizzata appositamente per l’occasione da Francesca Michielin).  

Mi ricordo il Calippo,  l’odore della brace dalle 5 del pomeriggio, il gettone per i telefoni e le 200 lire del Super Mario…: esordisce così Lino Guanciale, alias Elio Santamaria, nella prima sequenza della nuova serie Sky Original che lo riporta, dopo La porta rossa, Il commissario Ricciardi e Sopravvissuti, ancora un volta alle prese col tempo, i sogni e le premonizioni. 

Sono stato subito conquistato dal soggetto, dice l’attore abruzzese in conferenza stampa mi ha attratto l’idea di mescolare le carte e i generi e credo che prodotti come questo diano un importante segnale per una salutare apertura alla sperimentazione. Credo sia la strada migliore da seguire per il futuro della nostra produzione culturale che non può rimanere ancorata al già visto

Negli anni ’90 io avevo appena compiuto 11 anni- continua Guanciale- e vivevo con grande angoscia il passaggio alle scuole medie. Per fortuna c’erano i Mondiali di calcio a distrarmi e la sconfitta in semifinale con l’Argentina per me fu un vero trauma. Come la morte di mio nonno, che aveva il mio stesso nome e che per me fu la prima grande perdita della mia vita. E poi quella fu davvero l’ultima adolescenza analogica

Sul suo rapporto con la nostalgia, Guanciale confessa infine di essere a rischio. La devo maneggiare con cura perché ogni tanto mi ritrovo a pensare al passato più che al presente e uscire da quei momenti d’impasse temporale non è mai facile

 
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