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sabato 18 febbraio 2023
di Claudio Fontanini
Laggiù qualcuno mi ama
Lo struggente viaggio personale di Martone nel cinema di Troisi
Un uomo, un artista, una città.  Si muove lungo queste tre coordinate il bellissimo ed emozionante docu-film di Mario Martone su Massimo Troisi appena presentato come evento speciale al Festival di Berlino

Viaggio personale nel cinema del regista di San Giorgio a Cremano che si fa memoria collettiva e lascito generazionale nel magnifico finale, Laggiù qualcuno mi ama mette in scena la parabola artistica ed esistenziale di un personaggio schivo e riservato, autore di un cinema bello perché aveva la forma della vita

Uno stile fatto di frammenti e soprassalti improvvisi che sembra rimandare al suo problematico cuore che ne causerà il decesso appena terminate le riprese de Il postino. Con le musiche di Pino Daniele ad accompagnare le due ore di proiezione ecco gli accostamenti con la Nouvelle Vague e il cinema di Truffaut (e la simmetria col personaggio Antoine Doinel), la libertà creativa e la politica che si manifesta come vita, l’incontro con Anna Pavignano- torinese, femminista aggiornata alla lezione di Cooper e coautrice dei suoi film oltre che compagna di vita- e quel procedere con lentezza che oggi sarebbe rivoluzionario

Con Martone che monta le scene dei suoi film e mette in luce- attraverso interviste e testimonianze ad artisti che lo hanno amato e ne sono stati influenzati (Francesco Piccolo, Paolo Sorrentino, Ficarra e Picone, Michael Radford e Roberto Perpignani tra gli altri) la grandezza del regista Troisi (si veda la sequenza del bellissimo finale di Pensavo fosse amore e invece era un calesse con quel meraviglioso panorama napoletano negato allo spettatore) piuttosto che l’arte recitativa dell’attore che pure ha un preciso codice gestuale e una lingua dei segni che rimanda ai grandi del passato. 

Ma sono i materiali inediti a rendere indimenticabile questo lavoro così accurato e caldo, documentato e appassionato. Ed ecco una seduta psicanalitica da un vecchio registratore, il ricordo malinconico e divertito di una pozzanghera da scavalcare col padre e quei foglietti accatastati nel tempo che rivelano stati d’animo, poesie e pensieri nascosti (letti da Toni Servillo, Lino Musella, Valerio Mastandrea, Pierfrancesco Favino, Massimiliano Gallo, Silvio Orlando, Teresa Saponangelo e Luisa Ranieri) che fanno di questo riccioluto e timido napoletano contro un gigante del nostro cinema

Laggiù qualcuno mi ama non si limita ai raccordi della carriera di Troisi (dagli inizi nel garage del Centro Teatro Spazio coi Saraceni al debutto con la Smorfia fino all’esordio cinematografico da solo) riuscendo nell’intento di far rivivere un clima ed un’epoca irripetibili. Con Pino che canta Je so’ pazzo mentre l’avanguardia culturale napoletana si batte contro luoghi comuni e stereotipi da cartolina che parte della critica gli rinfacciò per anni (Ma Napoli dov’è? lo rimproverano nei loro articoli). 

Con l’amore (E’ per la nostra incapacità di amare che siamo condannati ad amare) a fare da vera bussola a questa passeggiata nel tempo che si conclude tra la sorte e la morte rivelando un attore anima (come Chaplin) che ha convissuto con la sua ombra metafisica rivelando dietro il sorriso la fragilità di una sensibilità rara e l’impegno intellettuale con vista Pasolini

Un uomo dalla scandalosa mitizza inadeguato ai tempi e un non allineato- come ricorda Martone nel bellissimo articolo pubblicato dal Mattino il 4 giugno del ’95 nel suo ricordo. Ci manchi Massimo. Da non perdere





In sala dal 23 febbraio distribuito da Medusa Film e Vision Distribution 


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http://www.medusa.it
http://www.visiondistribution.it

 
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