Una pensione decadente gestita da un uomo che si veste da donna (Paolo Sassanelli) e rimasta con un solo cliente, un ex attore porno (Riccardo Festa) che riceve da nove anni, ogni martedì dalle 15 alle 16, una misteriosa signora (Giuliana De Sio) che arriva per comprarsi un’ora d’amore.
Abitudinari e sopraffatti dalla vita, privi di illusioni e intenti a nascondersi al mondo i tre personaggi de La signora del martedì dovranno fare i conti col loro torbido passato che si presenta sotto le vesti di un giornalista di cronaca nera (Alessandra Haber) in cerca di notizie e non solo.
Tra parole che uccidono e passi di tango, dettagli decisivi e favole per bambini, lettere d’amore mai aperte e premi alla carriera (l’attore porno ha recitato ne Il silenzio degli impotenti…), fantasmi della memoria e morti che tornano a galla, ecco un dramma da camera intriso di sensualità e malinconia servito da un cast di attori che si integrano a meraviglia.
Diretto con mano sicura da Pierpaolo Sepe, lo spettacolo- che porta in scena il testo di Massimo Carlotto del 2019- si dispiega a meraviglia attraverso un lento svelamento delle carte in tavola. Con una bella colonna sonora d’epoca (si ascoltano Patty Pravo, Johnny Dorelli, Fred Bongusto e La notte di Adamo in una struggente interpretazione di Haber) a scandire stati d’animo e rivelazioni che si susseguono fino al bellissimo e commovente finale dove stavolta (per fortuna della De Sio) non si alzano le palette dei giudici di Ballando con le stelle ma gli applausi convinti della platea.
Ma il merito maggiore della regia di Sepe è l’alternanza dei registri narrativi e degli stili recitativi, con questo thriller di sentimenti che vira spesso in irresistibili siparietti comici che trasformano le atmosfere sinistre alla Notturno di donna con ospiti (altra memorabile interpretazione della De Sio da Ruccello) ad un grottesco nel quale i fallimenti esistenziali dei protagonisti scemano nell’autoparodia di se stessi.
Algida e maniacale nella prima parte, sfrontata e ferita nella seconda- in romanesco spinto- Giuliana De Sio regala emozioni e sfumature ad un personaggio che frequenta con grande bravura mentre Haber, costretto sulla sedia a rotelle, dimostra un’assoluta padronanza scenica figlia di talento e professionalità. La sua, attraverso i mille toni vocali e le montagne russe caratteriali esibite, è una vera e propria lezione di recitazione nella quale dovrebbe specchiarsi chi fa dell’inutile e vuoto movimento scenico il suo credo.
In scena all’Ambra Jovinelli di Roma fino al 26 febbraio.