La vigilia di Natale, Capodanno, San Valentino e l’8 marzo. Quattro date per una radiografia di varia umanità alle prese con rituali e sentimenti scaduti.
Da un’idea di Edoardo Leo e Massimiliano Bruno (che dirigono due episodi a testa) I migliori giorni strizzano l’occhio all’attualità (il dibattito ideologico tra vax e no vax, gli imprenditori senza scrupoli, la condizione della donna sul lavoro) senza l’incisività e la forza attoriale del nostro miglior cinema che fu (si veda, tanto per fare un esempio, Parenti serpenti di Monicelli ambientato anch’esso alla vigilia delle festività natalizie).
Nello sboccatissimo film di Leo e Bruno prevalgono invece le tesi e la retorica, le frasi fatte e la mancanza di quel naturalismo d’impianto e di narrazione nella quale identificarsi (mai visto un giornalista così nullafacente come quello dipinto da Argentero che peraltro esclama anche un che fatica la vita! tra una spruzzata d’acqua alle piantine di casa e una serie di telefonate per sbrogliare l’intricata matassa tra moglie e amante con tendenze lesbiche).
Tra antipasti serviti sull’attualità (la deputata Anna Foglietta invita a cena il suo segretario di partito mentre i fratelli coltelli Leo e Bruno si sbranano sulla politica sanitaria pandemica) e un presepe installato in un tavolo da biliardino (con Gesù in porta a difendere dalle sventure); un capodanno di solidarietà che diventa un processo sommario (il miliardario Max Tortora tenta di rifarsi l’immagine alla mensa dei poveri ma incontra il suo ex autista Paolo Calabresi licenziato due anni prima), una conduttrice tv (Claudia Gerini) in stile Barbara D’Urso chiamata a scusarsi col pubblico femminile dopo la messa in onda di un servizio contestato sulla donna ideale e un matrimonio in fase di stanca dopo 25 anni (la coppia che scoppia è quella formata da Luca Argentero e Valentina Lodovini) che festeggia (si fa per dire) San Valentino con ristorante prenotato alle ore 19.
Si discute, ci si accapiglia, si urla (troppo) e si fa la morale in questi Migliori giorni che hanno già pronto il suo sequel (I peggiori giorni). Coi massimi sistemi sbandierati spesso a vanvera dai personaggi e dialoghi che girano a vuoto.
Essere cattivi è un’arte e il nostro cinema comico sembra ancora lontano dall’averne appreso la lezione. Non è un caso che la battuta migliore del film di Bruno e Leo arrivi allora da una vecchia citazione di Monica Vitti (Per fortuna le donne hanno ancora la speranza nel cuore e nell’avvenire). Lei sì unica e universale.
In sala dal 1 gennaio distribuito da Vision