Una donna che scompare misteriosamente durante una bufera di neve, il mondo rurale e spopolato della campagna aspra e innevata del Causse Méjean, nel Sud francese, e quello urbano e tropicale di una megalopoli africana (Abidjan) in cinque storie che si sfiorano, si contraddicono e si completano.
Scritto dal regista Dominik Moll con Gilles Marchand e tratto da Seules les bêtes (il romanzo di Colin Niel che è anche il titolo originale del film) Only the animals (Storie di spiriti amanti) parla di interconnessione globale e sentimenti in un teso ed incalzante noir dell’anima dove tutti i personaggi rincorrono l’amore (E’ dare quello che non hai dice uno sciamano africano).
Asimettrico e diviso in capitoli che corrispondono ai diversi punti di vista dei personaggi (la struttura Rashomon dal film di Kurosawa), pieno di misteri e carico di sensualità, il film di Moll- che ha aperto alla 76ma Mostra di Venezia nel 2019 le Giornate degli Autori- mette a contrasto paesaggi e spiriti in un riuscito ed incalzante gioco di specchi nel quale convivono stati d’animo e coincidenze soprannaturali. Con lo sguardo impassibile degli animali come unico testimone d’accusa di efferatezze e vendette trasversali.
Ed ecco un’assistente sociale generosa (Laure Calamy) trascurata dal marito allevatore (Denis Ménochet) che intanto chatta su internet con una giovane disinibita, un contadino solitario e ossessionato dal passato (Damien Bonnard), una elegante borghese in cerca d’avventure (Valeria Bruni Tedeschi) e la sua ultima conquista più giovane di lei di 20 anni (l’esordiente Nadia Tereszkiewicz) e un truffatore informatico in cerca di soldi per sentirsi re per una notte (Meglio un giorno da ricco che una vita da schiavo).
Storie apparentemente distanti che si avvicinano lentamente agli occhi dello spettatore a colpi di segreti e bugie mentre i sensi di colpa e i desideri inconfessabili si fanno strumento di azioni che scatenato reazioni imprevedibili.
Teso e magnificamente interpretato da un cast al diapason, Only the animals- due candidature ai César per il miglior adattamento e alla miglior attrice non protagonista (Laure Calamy) ricostruisce e spiazza in un andirivieni di fatti e psicologie che tiene sempre desta l’attenzione dello spettatore attraverso gli intrecci del caso.
Con le amare disillusioni e la voglia di non sottomettersi ad una realtà senza slanci a fare da bussola e linea rossa in questo riuscito mistery politico che analizza con lucidità il nostro presente ultraconnesso e sempre più incapace di dividere tra pubblico e privato.
In sala dal 12 maggio distribuito da Parthénos