Tre storie che si sfiorano influenzandosi reciprocamente, una lezione di educazione sentimentale adatta ad ogni stagione della vita, il tocco delicato e malinconico di una regista all’opera prima e della quale sentiremo parlare.
Presentato in anteprima al Bif&st di Bari, Settembre di Giulia Louise Steigerwalt (attrice ad inizio carriera per Muccino in Come te nessuno mai e poi sceneggiatrice de Il campione, Moglie marito, Croce e delizia e Marilyn ha gli occhi neri) accompagna lo spettatore in un girotondo umano ricco di calore e profondità che invita a riprendere in mano le nostre vite nel nome della verità e della condivisione.
In una Roma assolata, lontana dal centro e dall’effetto cartolina, ecco due ragazzini di ritorno dalle vacanze estive (gli strepitosi Marghrita Rebeggiani e Luca Nozzoli) alle prese con la prima esperienza sessuale. Lui farà da intermediario col suo amico timido per farli incontrare da soli salvo scoprire che forse ci si può innamorare anche di chi non si credeva complice. La madre dell’adolescente (una Barbara Ronchi amorevole e dolente da premio) è invece una donna spenta da un matrimonio che l’ha condannata alla solitudine.
Invisibile agli occhi del marito (Mi vuoi bene? E’ finito il colluttorio… risponde dal bagno Andrea Sartoretti) che gioca a carte tutte le notti (ma sarà vero?) è alle prese con una delicata visita medica mentre l’unico conforto affettivo le arriva dall’amica del cuore (Thony). Guglielmo (Fabrizio Bentivoglio in una delle sue migliori interpretazioni) è infine un medico divorziato e solitario che frequenta da due anni una giovanissima prostituta (Tesa Litvan), che intanto flirta con un panettiere gentile, più per parlare con qualcuno che per fare sesso.
Parla di risvegli emotivi e insegna a pensare per due in una coppia il film della Steigerwalt che espande il corto da lei stessa diretta sulla storia dei due adolescenti (gli stessi interpreti di Settembre) e dimostra la cura di messinscena e direzione degli attori attraverso un lavoro corale che si fa omaggio alla migliore commedia italiana. Quella nella quale ci si scopre a ridere mentre si piange e viceversa.
Bilanciato ed emozionante, ricco di dialoghi realistici venati di sottile umorismo (sceneggiatura della stessa Steigerwalt) e capace di schivare il dramma ricattatorio, Settembre ricorda per stile e ambizione i primi film della Archibugi (Mignon è partita su tutti) in bilico tra incanto giovanile e sofferenze del reale. Con le meccaniche delle relazioni sentimentali a mettere in movimento quella voglia di felicità, fuori e dentro di noi, ormai irrimandabile.
Perché gli anni passano, i momenti vanno colti e forse persino una terapia d’urto può servire allo scopo. Un piccolo-grande film- prodotto da RaiCinema con Matteo Rovere per Lynn, la neonata diviso di Groenlandia dedicata alla produzioni di progetti diretti esclusivamente da donne- che arriva in sala dopo ben 107 anteprime tenutesi il 26 aprile su tutto il territorio nazionale con successo nell’ambito dell’iniziativa Adotta un film promossa da 01 e Rai Cinema per sostenere i giovani registi italiani.
In sala dal 5 maggio distribuito da 01