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giovedì 19 agosto 2021
di Claudio Fontanini
RITORNO A COCCIA DI MORTO
Albanese e la Cortellesi nel sequel del film campione d’incassi
Campione d’incassi e Biglietto d’oro nel 2018 il Gatto in tangenziale di Riccardo Milani con l’accoppiata Paola Cortellesi- Antonio Albanese dimostra di avere ancora lunga vita a dispetto del titolo. Ed ecco, a distanza di tre anni, l’atteso sequel scritto dal regista con la Cortellesi, Furio Andreotti, Giulia Calenda
Si comincia con la proletaria e sboccata Monica (Cortellesi) finita dritta in carcere per aver nascosto contro la sua volontà l’ennesima refurtiva firmata delle sorellastre gemelle (Alessandra e Valentina Giudicessa). A venirle in soccorso ecco il colto e sensibile Giovanni (Albanese) che farà da garante alla sua detenzione trasferendola dalla prigione ad un istituto religioso della periferia romana.
Da Bastogi a San Basilio, dalla detenzione ai lavori socialmente utili con un prete pio e bellissimo (Luca Argentero, new entry con Sarah Felberbaum e Mariano Rigillo) in lotta per i diseredati.

E sì perché questo Ritorno a Coccia di morto, che ha totalizzato  300.000 euro nelle anteprime del 14 e 15 agosto nelle località italiane, è una di quelle che una volta si sarebbero chiamate commedie sociali  (non è un caso l’inserto di una sequenza di Dramma della gelosia di Scola) capaci di unire risate e scatenare riflessioni sul nostro presente.
Col film di Milani che mette in scena una lotta di classe divertente ed acuta che detta anche i tempi di una ripartenza sociale ed economica che forse non è soltanto utopica.

Ed ecco un polo culturale che può anche trasformarsi in resistenza attiva e un discorso al parlamento europeo che vorremmo davvero sentire da qualche politico illuminato e non in maschera. Distanze sociali che si accorciano e progetti di riqualificazione, proprietà privata e beni comuni, numeri e persone trasformano così la felice intesa naturale degli attori in un film che migliora l’originale per spessore e contenuti.

Tra citazioni di genere che si fanno parodia (Il settimo sigillo, L’esorcista, Shining) e slogan che fanno imbestialire (Con la cultura nun se magna…), prediche e 10 piccoli indiani in subaffitto, scassi col candelabro e sculture giapponesi (Una carpa? A me me sembra un pesce surgelato…), filosofie manesche  e una irresistibile catalogazione di libri operata da Monica (Cime tempestose? Nella sezione natura. Il nome della Rosa? Giardinaggio. Uno, nessuno e centomila? Matematica.  Gente di Dublino? Guida e turismo.), Ritorno a Coccia di morto invita alla capacità di ascolto e ad aprire gli occhi verso la bellezza.
Magari in una notte romantica nelle sotterranee della  stupefacente Fontana di Trevi perché anche gli opposti possono attrarsi. Finale aperto e tris all’orizzonte.

In sala dal 26 agosto distribuito da Vision

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