Considerati l’anticamera degli Oscar e tra i premi più importanti al mondo per il cinema e la tv, i Golden Globe, annunciati la notte scorsa, hanno visto trionfare anche l’Italia.
Nella prima edizione dell’era Covid (cerimonia virtuale tra New York e Los Angeles) è stata infatti una raggiante ed incredula Laura Pausini ad aggiudicarsi il premio della Hollywood Foreign Press Association nella categoria per la miglior canzone.
Frutto di una collaborazione tra la cantante romagnola, Diane Warren e Niccolò Agliardi, Io sì (Seen) fa parte della colonna sonora del film La vita davanti a sé di Edoardo Ponti col quale Sophia Loren è tornata a recitare a dieci anni di distanza dalla sua ultima volta al cinema. Mai e poi mai avrei pensato di vincere ai Golden Globe Awards, che emozione pazzesca e che grandissimo onore! ha detto la Pausini appena nominata.
È veramente un privilegio essere la prima donna ad avere vinto con un brano tutto in italiano. Dedico questo premio a tutti coloro che vogliono e meritano di essere "visti" – ha poi scritto Laura su Instagram - e a quella ragazzina che 28 anni fa vinse Sanremo e non si sarebbe mai aspettata di arrivare così lontano.
Infine un ringraziamento alla Loren. Tutta la mia gratitudine e il rispetto per la meravigliosa Sophia Loren, è stato un onore dare voce al tuo personaggio, per trasmettere un messaggio così importante, di accoglienza e unità.
I due premi più importanti per il cinema sono andati a Nomadland di Chloé Zhao come miglior film drammatico (alla cinese anche il riconoscimento come miglior regista 37 anni dopo Barbra Streisand) e al sequel di Borat per la miglior commedia.
Come previsto, il premio per il miglior attore è andato a Chadwick Boseman, ex Black Panther Marvel morto lo scorso agosto a causa di un tumore che in Ma Rainey’s Black Bottom interpreta il rivale artistico di Ma Rainey, il trombettista Levee mentre la miglior attrice in un film drammatico è la meravigliosa Frances McDormand di Nomadland.
Nelle commedie hanno invece ottenuto il riconoscimento Rosamund Pike per I care a lot tra le donne e Sacha Baron Cohen per il sequel di Borat nella categoria maschile. Il film di Ponti è stato invece battuto nella categoria miglior film straniero da Minari di Lee Isaac Chung. Nel corso della serata è stato assegnato anche il premio alla carriera a Jane Fonda.
Tra le serie, invece, ha trionfato la quarta stagione di The Crown, che ha vinto quattro premi: miglior attrice non protagonista (Gillian Anderson), miglior attrice in una serie drammatica (Emma Corrin), miglior attore in una serie drammatica (Josh O’Connor) e miglior serie tv drammatica.
Doppio riconoscimento per Schitt’s Creek, miglior serie da commedia e anche migliore attrice Catherine O’Hara. Come miglior attore di una serie drammatica invece ha vinto Mark Ruffalo mentre ad Aaron Sorkin è andato infine il premio per la miglior sceneggiatura in un film drammatico per Trial of the Chicago 7. Soul è infine il miglior cartoon.