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lunedì 12 ottobre 2020
di Claudio Fontanini
La Fellinette
Alla Festa del cinema di Roma il poetico omaggio della nipote allo zio Federico
Ricordi, immaginazione e poesia per un sogno di cartone che profuma di Oscar. Scritto e diretto da Francesca Fabbri Fellini, la nipote del Maestro, La Fellinette è una sorprendente e commovente  favola muta a tecnica mista (animazione dello studio Ibrido di Torino e live action) che omaggia il regista riminese nell’anno del suo centenario. 

Una bambina e il suo cagnolino, una spiaggia invernale , un palloncino rosso che vola nel cielo e gli occhi che si chiudono spalancando le porte al regno dell’incanto e della fantasia. Perché quella sedia da regista su cui si siede la piccola protagonista del cortometraggio (12’) è il lasciapassare verso un altro mondo dove regnano stupore, divertimento ed atmosfere oniriche. 

Con un tendone da circo a preservare creature magiche e mai come oggi tanto necessarie ad ogni età. Sfilano così, agli ordini del Direttore (Ivano Marescotti) avvolto dal mantello di Mandrake (lo stesso che indossava Marcello Mastroianni in Intervista), una ballerina eterea (Milena Vukotic) e un mago delle bolle (Bustric),  un funambolo (Federico Bassi), l’uomo delle ombre (Carlo Truzzi) e il creatore di una nevicata soave (Gabriele Pagliarani) in un caleidoscopio di sensazioni che la musica senza tempo di Andrea Guerra sottolinea con delicatezza. 

Perché nulla si sa e tutto s’immagina- come ricorda la voce di Fellini nell’ultima immagine del film- e allora questo esordio dietro la macchina da presa di Francesca Fabbri Fellini (lode alla fotografia di Blasco Giurato) diventa quasi un manifesto rivoluzionario nell’epoca delle app e di quella tecnologia così invasiva da farci dimenticare il nostro posto nel mondo.

Mio zio ha sempre amato i cartoni animati e una volta mi disse che gli sarebbe piaciuto firmarne uno- dice Francesca Fabbri Fellini. Con il mio cortometraggio credo di aver completato l’ultimo tassello del puzzle, avendo nel mio sangue il suo dna. La storia, che mi è arrivata in sogno la notte tra l’11 e il 12 maggio 2019, prende vita da un disegno dello zio Federico che mi ha fatto nella nostra casa di famiglia a Rimini, dopo una passeggiata sulla spiaggia. Era il 20 gennaio, il suo compleanno, quando arrivò da Roma con un regalo per me: una mantellina di panno blu pavone e un paio di stivaletti rossi.

 Quel disegno, intitolato La Fellinette, è la cosa più preziosa che mi ha lasciato- continua la regista-  e grazie agli animatori dello Studio Ibrido di Torino ha cominciato a muoversi con un’animazione fluida e scivola su sfondi che lasciano trasparire la trama della carta su una spiaggia invernale di Rimini negli anni70.

Quando ero piccola- dice Francesca Fabbri Fellini- lo zio Federico mi ripeteva sempre: ‘Ricordati che esistono due vite: quella ad occhi aperti e quella ad occhi chiusi. L’immaginazione è la forma più alta di pensiero’.Lui pensava che tutti i bambini avessero un rapporto sfumato ed emozionale con la realtà; tutto è fantastico per il bambino, perché mai visto, mai sperimentato. Il mondo si presenta ai suoi occhi privo di intenzioni, di significati, vuoto di sintesi concettuali, di elaborazioni simboliche: è solo un gigantesco spettacolo gratuito e meraviglioso

Durante le nostre passeggiate, mi descriveva il fascino del mare d’inverno: l’emozione di passeggiare tra lunghe distese di sabbia, spiagge semi deserte, onde che si infrangono all’orizzonte e un senso di profonda quiete dove solo il rumore dell’acqua riempie l’aria di tranquillità e culla dolcemente i pensieri.Mi incoraggiava ad osservare, spiegandomi che disegnare gli aveva insegnato a guardare il mondo. Per disegnare qualcosa bisogna conoscerlo molto bene.Un giorno pronunciò un consiglio, che suonava come la sua filosofia di vita: Mia piccola Fellinette, buttati e non perdere mai la tua schiettezza, né l’entusiasmo giovanile nel lungo viaggio che si chiama vita, e le cose accadranno come desideri. Per me la fantasia è una realtà parallela e grazie a lui continuo a guardare il mondo con gli occhi dell’infanzia, da visionaria.

Con quegli occhi ho scritto e diretto La Fellinette: una giornata, un viaggio senza tempo, un sogno nel sogno, una festa di compleanno a sorpresa e nel finale un incontro sulla spiaggia inaspettato. Per me ancora oggi, a 50 anni, da quelle passeggiate con lo zio Federico sulla spiaggia di Rimini, il fascino che ha il mare d’inverno non è semplice da descrivere: è malinconia e meraviglia, è l’infinito e il sublime

Prodotto da Davide Montecchi col sostegno della Regione Emilia Romagna, La Fellinette passerà il 18 ottobre alla Festa del  cinema di Roma (proiezione alle ore 19 al Cityplex Europa con replica il 24 alle ore 20,30 al Cityplex Savoy previa prenotazione al costo di 6 Euro) con la possibilità di una visione sulla piattaforma on demand Digital Rff15 al prezzo di 5 Euro


 
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