Un mélo di formazione per un ritorno alle origini. Al suo settimo lungometraggio da regista, il canadese Xavier Dolan rimette in scena- con meno coraggio e originalità stilistica- i temi di J’ai tué ma mère, il folgorante esordio del 2009 col quale l’ex l’enfant prodige si fece conoscere al mondo.
Presentato in concorso al Festival di Cannes 2019 Matthias & Maxime è un film di bilanci. Dopo la parentesi americana de La mia vita con John F. Donovan ecco di nuovo l’amato Quebec, la ricerca della propria identità sessuale, il rapporto con la propria madre e quello tra diverse generazioni. Lo spunto è un bacio scambiato tra due amici d’infanzia ora trentenni (uno lo interpreta lo stesso Dolan che non recitava in un suo film dai tempi di Tom à la ferme) in occasione delle riprese di un cortometraggio amatoriale diretto dalla sorella di un loro amico.
Diversi per estrazione culturale e carattere, Matthias (Gabriel D’Almeida Freitas) e Maxime iniziano da qui un lento processo di consapevolezza verso la propria sessualità alla scoperta del proprio posto nel mondo. Col primo, avvocato in rampa di lancio con fidanzata borghese, che smetterà di nascondere e nascondersi dietro una vita che non gli appartiene e il secondo, angioma sul viso e attese disilluse, che saprà finalmente scegliere il proprio destino assumendosi responsabilità ed evitando fughe disperate verso l’Australia.
Essere o non essere omosessuali, questo il problema per dirla alla Shakespeare. Col film di Dolan che dissimula sentimenti ed emozioni puntando su un minimalismo ambientale e narrativo che finisce per allungare il tutto oltremisura (2h di durata).
Tra dittature grammaticali e manifesti stradali che inneggiano a famiglie felici (Dacci oggi il nostro pane quotidiano recita lo slogan sulla foto della riunione a tavola), madri da accudire (come in J’ai tué ma mère, Anne Dorval interpreta ancora la genitrice di Dolan) e tutrici surrogate, scommesse, penitenze e una lettera di raccomandazione mai arrivata a destinazione, Matthias & Maxime gioca su non detti e complicità silenziose in una sorta di punto e capo filmografico di un regista in cerca di nuova ispirazione.
Scritto, diretto, prodotto, interpretato e montato da Dolan, il film gira spesso a vuoto tra ralenty insistiti e compiaciuti e dialoghi abbastanza convenzionali da feste e riunioni familiari. I tempi di Mommy (2014) sono lontani insomma e qui bisogna accontentarsi della superficie più che del contenuto augurandosi che un nuovo Dolan possa presto sbocciare. Il talento artistico non si discute ma a venir meno, e non da oggi, sono la voglia e l’ambizione di affrontare nuovi territori.
On demand dl 27 giugno su MioCinema.it e Sky PrimaFila Premiere distribuito da Lucky Red
Nota: Mercoledì 24 giugno, alle ore 20,30, Xavier Dolan ripercorre le tappe della sua carriera dialogando con il critico cinematografico Fabio Ferzetti su Miocinema. La presentazione sarà visibile gratuitamente sia sul sito che sulla pagina facebook.