A fine giugno è uscito nelle sale italiane
SIR-Cenerentola a Mumbai. Il 12 e 13 luglio all’
Isola Tiberina verranno proiettati
Manmarziyaan e
Storeys. Tutti e tre i film sono arrivati in
Italia grazie a
River to River, il festival dedicato al cinema indiano, che si svolge tutti gli anni a
Firenzenella prima settimana di dicembre.
Non solo Bollywood. Nel film SIR-Cenerentola a Mumbai- presentato a Cannes durante la Settimana della Critica nel 2018 e che ha inaugurato la scorsa rassegna del 2018 di River to River - c’è una sola, breve, scena di ballo.
Diretto dalla indiana Rohena Gera e interpretato da Tillotama
Shome e
Vivek Gomber, il film è prevalentemente ambientato in un appartamento dalla vista mozzafiato sulla città ma dai colori cupi, che ben rispecchiano lo stato d’animo dei due protagonisti: giovane vedova proveniente da uno sperduto villaggio lei, costruttore insoddisfatto e
reduce dalla rottura della promessa di un matrimonio probabilmente combinato lui.
Il sottotitolo aggiunto nella versione italiana rimanda immediatamente alla
favola della ragazza di umili origini, che fa la domestica per pagare gli studi alla sorella e finisce per coronare in maniera
del tutto inaspettata i suoi sogni.
Sullo sfondo di un’India dai perenni contrasti tra modernità e arretratezza, tradizione e dissolutezza, ricchezza e miseria, il film racconta la storia dell’incontro tra due anime irrequiete e sensibili.
Ratna è “ardita”, come il suo stesso padrone la definisce ma il suo personaggio è pur sempre quello di una donna che la società indiana tuttora accetta solo se almeno formalmente sottomessa.
L’appellativo che riserva in maniera ossequiosa e ripetitiva al ricco Ashwin è SIR, ereditato dai dominatori inglesi e destinato agli uomini di censo sociale superiore. Egli sarà in grado di rispettarla, comprenderla ed incoraggiarla anche professionalmente quasi più dei suoi pari, che non le risparmiano umiliazioni e derisioni.
Eppure anche lui alla fine riuscirà a sottrarsi alle regole non scritte e alle aspettative della sua famiglia solo tornando in Occidente, quasi a significare che occorra ancora trovare rifugio in un approccio ai rapporti interpersonali che il suo Paese non è ancora pronto ad assimilare completamente.
Il film è gradevole. Anche se il ritmo non è certo travolgente e gli esiti delle vicende sono a tratti forse fin troppo prevedibili, la storia di
Ratna e
Ashwin riesce comunque far sognare lo spettatore. E soprattutto a fargli assaporare odori, suoni, misteri e scorci di vita di una delle megalopoli oggi più popolate e pulsanti del mondo.