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martedì 12 novembre 2024
di Claudio Fontanini
La Pace in musica di Vincenzo Incenzo
Esce il 15 novembre il nuovo album del cantautore romano. 11 brani emozionanti tra sentimenti e indagine politica e sociale. Il 19 dicembre al Teatro Golden di Roma il concerto di presentazione al pubblico
Canta di parole militanti e polifonia dei vinti, fedeltà incorrotta dei non allineati e sogni sigillati da fiabe ossidriche Vincenzo Incenzo in #PACE (Verba Manent/Ada Music Italy), il suo nuovo e bellissimo album di inediti disponibile in formato fisico e in digitale dal 15 novembre. 

Nel suo lavoro più maturo ed essenziale, il cantautore romano dimostra in 11 brani ispirati e necessari come si possano ancora coniugare in musica sentimenti senza retorica e indagine politica e sociale che trasfigura nella poesia

Un vero proprio alfabeto di profumi e sguardi attesi che emoziona e fa riflettere battendo la strada della direzione ostinata e contraria al nostro tempo musicale figlio dell’apparenza più che del contenuto. 

Quelli di Incenzo sono affetti più che effetti speciali e la sensazione, ascoltando i pezzi, è quella di trovarsi continuamente di fronte alla nostra anima nuda in una riflessione intima che si apre al racconto morale della nostra epoca

Ed ecco i palloni calciati nella giovinezza e le vocali spudorate del piacere ne La bellezza (il capolavoro del disco ed uno dei brani più belli mai scritti e cantati da Incenzo), i sogni rimasti sui muri dei vespasiani e i sottopagati uccisi dal piede padrone sul cuore ne Gli ultimi della Terra, chi si spinge nel fuoco con una rosa in mano in Come nessuna al mondo e chi battezza chi sbaglia una volta guasto per sempre in Aria ferma (brano sulle carceri che omaggia volutamente con lo stesso titolo il bel film di Di Costanzo del 2021 con l’accoppiata Servillo-Orlando). 

Un disco che si chiama #PACE oggi che senso ha?
E’ un desiderio che nasce anche dal coraggio della retorica per restituire il termine alla sua essenza dice Incenzo è una parola depotenziata, inadatta e inappropriata al tempo che viviamo che attraverso una strana alchimia nella dialettica comunicativa parla di guerre giuste e paci non giuste. La pace può essere solo giusta e assoluta e il vezzo d’inserire l’hashtag prima del titolo è l’illusione di voler veicolare questo concetto in modo più largo possibile. E poi credo che la pace sia un po’ il filo rosso che collega tutti i brani del disco, duro per certe tematiche affrontate ma più luminoso e aperto alla speranza dei miei precedenti.  

Nell’introduzione si sente la voce dell’assistente virtuale Siri
Ho lasciato a lei il compito di leggere il magma iniziala,e da cui sono partito e su cui ho iniziato a ragionare. La sua voce gelida è l’abbrivio per un disco che si scongela lungo il suo percorso per arrivare al canto dei bambini colombiani della Fondazione che assisto e che ho registrato sulla Costa del Pacifico

Mi sembra che un altro dei temi fondamentali del disco sia la fedeltà alla coppia intesa come unione salvifica
E’ un percorso legato agli anni anni che passano e alla consapevolezza delle cose importanti che rimangono. Non ho obbedito alle regole che canto ma le rimpiango- confessa Incenzo- al valore dell’appartenere ho preferito un percorso diverso per paura che una relazione stabile fagocitasse la mia libertà d’espressione in quanto artista. L’esperienza non completata è un monito per gli altri, il viaggio più lungo e più importante si fa nello sguardo di chi ci è vicino. 

Quindi parlare d’amore oggi è un fatto politico? 
Tutte le canzoni sono pensate in questo doppio binario. Ti perdi (il singolo che ha anticipato l’uscita del disco)  parla di smarrimento emotivo ma anche della mancanza di riferimenti e di appartenenza. Si cercano appigli improbabili. Anche Lontano e qui parla dell’abbattimento di qualsiasi distanza dietro l’apparenza di una canzone d’amore. Me lo diceva Renato Zero che ha prodotto il mio primo disco, tu non potrai fare solo un testo d’amore, dietro si sente sempre altro.  Ma l’amore è politico, è romantico e si connette con la realtà che abbiano intorno.

In Bene così parli del finto benessere 
Ci hanno convinto che questo è il migliore dei mondi attraverso un martellamento mentale al quale la maggioranza nemmeno reagisce più. Ho paura che si possa rimanere insensibili a tutto

In Aria ferma c’è anche una citazione parafrasata di Gaber (Anche la prigione, come la libertà, sia partecipazione)
Andando a trovare un mio amico non italiano che sta scontando per un piccolo incidente di percorso una pena lunga ho visto coi miei occhi come si vive lì dentro. Andrebbe ripensato tutto al di là del colore dei governi che riformano ciò che è irriformabile. Il concetto di pena come castigo è medievale e non ha senso. In questo caso ho voluto lasciare il mio testo nudo e senza edulcorazione armonica per non svilirlo


Di struggente lirismo è La bellezza
E’ l’elogio della lentezza, dei tempi dell’attesa e ha l’effetto di una madeleine proustiana. Parla di un universo forse ancora possibile o magari solo immaginato. Un tentativo eroico di chi sa di non farcela ma ci prova lo stesso Come diceva Lucio Dalla sotto un cielo di ferro e di gesso l’uomo riesce ad amare lo stesso.


Prodotto da Jurij Ricotti e con la partecipazione di grandi musicisti come i plurivincitori ai Latin Grammy Award Alfredo Paixao e Daniele Bonaviri, #PACE è un disco con melodie più larghe e distese e meno elettronica.

Con Zoo avevo sperimentato di lavorare di più al computer ma i live pianoforte e voce di Comizi d’amore mi hanno fatto tornare sui miei passi. L’essenza più autentica è questa e poi io non ho ansia da prestazione e spirito di competizione con la contemporaneità. Voglio piuttosto lasciare tracce che magari anche tra 10 anni potranno essere risentite senza i condizionamenti dell’onda temporale. E poi è una scelta precisa visto che così potrò riprodurre nei miei concerti il suono preciso del disco. Tanto che all’ingresso metteremo un bollino con su scritto attenzione qui nessun autotune o intelligenza artificiale. 

Autore per i più grandi artisti italiani, cantautore, scrittore di opere teatrali, saggi e regista. Ma Vincenzo Incenzo non si ferma mai? 

Mi sembra sempre di stare colpevolmente senza far nulla. Stare alla finestra ad osservare il mondo mi da sensi di colpa anche se pi tutto sedimenta nelle pause. La mia è un po’ una corsa contro il tempo, mi immagino già morto e guardandomi da una stella immaginaria mi dico che potevo fare di più. Soffro di bulimia artistica ossessiva e questo non va a mio favore tanto che ancora oggi qualcuno mi domanda cosa voglio fare da grande. Ecco, diciamo che il mio lavoro complessivo è un contributo a quella cultura della pace che si nutre di bellezza e qualità

Incenzo presenterà l’album il 19 dicembre alle 21.00 a Roma, presso il Teatro Golden, in un concerto al quale seguire un incontro col pubblico per il firmacopie dell’album. 
Info e prenotazioni: +39 350 103 2528. 
È attivo il presave (https://ada.lnk.to/pace) e il preorder del cd autografato(http://ada.lnk.to/pace_preorder). 



 
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