Amore e sangue, vittime e carnefici, romanticismo e horror. Dopo il remake di Suspiria, Luca Guadagnino cerca di conciliare gli opposti in Bones and all, on the road di due giovani cannibali sulla rotta dell’identità e della perdizione nei sentimenti.
Basato sull’omonimo romanzo di Camille De Angelis e sceneggiato da Dave Kajganich, il film- il primo girato in America dal regista di Chiamami col tuo nome- mette in scena il lato primordiale della natura umana attraverso una serie di incontri e il bisogno assoluto di trovare il proprio posto nel mondo.
Perché Maren (la strepitosa Taylor Russell vincitrice del Premio Mastroianni a Venezia) e Lee (Quando pesi 60 kg. devi compensare con l’arroganza dice Timothée Chalamet), girovaghi emarginati e disadattati scoprono che il sapore della carne in bocca non basta a nutrire il sentimento di condivisione (Il mondo dell’amore non vuole mostri).
Ed ecco due destini ineluttabilmente segnati in viaggio nei non luoghi dell’America profonda alla ricerca di cibo ed esperienze. Tra sensi di colpa e minacce incombenti (Siamo un pericolo per gli altri ma anche per noi dice Lee), fiuti ed odori, pasti completi e ospedali psichiatrici (bellissimo l’incontro di Maren con la madre che l’abbandonò da piccola), vecchie lettere pronte da 15 anni e Lick it up dei Kiss.
Metaforico e irrisolto, poetico e violento, Bones and all- ambientato negli anni ’80 e lungo 130’- mette a confronto generazioni di cannibali (Mark Rylance, mentore di Maren in un misto di pietà ed orrore che colleziona le trecce dei capelli delle sue vittime) in un mondo sin troppo chiuso (polizia assente) e popolato sostanzialmente soltanto dai cacciatori di umani.
Col film di Guadagnino- premiato all’ultima Mostra di Venezia col Leone d’Argento alla regia- che fa di queste vite ai margini una costruzione sin troppo cerebrale e didascalica. Mentre il messaggio scopertissimo (Amami e mangia…) rimanda al Ferreri de La carne e le stazioni di questa passeggiata rosso sangue negli States sembrano fotografie sbiadite del Sorrentino di This must be the place.
Film di corpi e sguardi (magnifica la sequenza del ballo al mattatoio), Bones and all non ha il coraggio di percorrere fino in fondo la strada della perdizione (i vampiri di Jarmush in Solo gli amanti sopravvivono sono irraggiungibili) accontentandosi di qualche scena disturbante (la più riuscita e sorprendente è quella iniziale della riunione di adolescenti in salotto) annacquata da una ciclicità spesso irritante e da un languore sentimentale che non arriva mai ad emozionare.
Bravissimo nella costruzione dell’immagine e nella composizione dei quadri, Guadagnino fa esercizio di stile tenendosi a debita distanza dai suoi personaggi ai quali mancano, paradossalmente, passioni ed urgenza fisica. Un film che comunque non lascia certo indifferenti, della serie prendere o lasciare.
In sala dal 23 novembre distribuito da Vision