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martedì 27 settembre 2022
di Claudio Fontanini
La notte del 12
Un poliziesco femminista ispirato a un caso vero di un libro inchiesta
Un efferato omicidio irrisolto che diventa un’ossessione, una squadra di poliziotti alle prese con procedure macchinose e la banalità del male, una schiera di sospettati tutti potenzialmente colpevoli. Ma è nel difficile rapporto tra uomini e donne che si gioca la partita principale de La notte del 12, inedito ed efficace noir francese e sorpresa dell’estate al botteghino transalpino con oltre 450.000 spettatori e quattro settimane nella top ten degli incassi. 

Ispirato a uno dei casi raccolti da Pauline Guéna in 18.3- Un année à la PJ, il libro inchiesta per cui ha passato un anno a stretto contatto con la penitenziaria, il film del franco tedesco Dominik Moll segue l’inchiesta relativa alla morte di una giovane 21enne bruciata viva in strada in un paesino della Savoia dopo una notte trascorsa in compagnia di amici. 

Appena nominato a Grenoble, il nuovo capo Yohan (Bestien Bouillon), affiancato dall’esperto Marceau (Bouli Lanners), cerca di dirimere la complicata matassa tra interrogatori, ricerche sul campo e lettere anonime. Un intreccio di prove e sentimenti che diventa un inestricabile labirinto senza apparente via d’uscita mentre Clara (Lula Cotton Frapier), che si divertiva a provocare e a flirtare con molti uomini (Le piacevano i tipacci dice l’amica), finisce quasi da vittima a colpevole. 

Intercettazioni e corse in bicicletta (dal velodromo alla strada per una bella metafora psicologica di Yohan), rap furibondi che annunciano morte e t-shirt insanguinate, straordinari non pagati, rapporti e fotocopiatrici rotte e una rete di menzogne  in un film, diretto con mano sapiente da Moll e presentato nella sezione Premiere all’ultimo Festival di Cannes, che non spettacolarizza mai la vicenda puntando sulle psicologie di un pugno di personaggi chiamati ad uscire dal vicolo cieco di storie personali che confluiscono nel caso da indagare. 

Un poliziesco femminista che vede nella giovane recluta della squadra di poliziotti (la magnifica Mouna Soualem) e nel nuovo giudice istruttore donna (Anouk Grinberg) che decide di riaprire il caso dopo 3 anni, i personaggi decisivi e capaci di illuminare da un’altra ottica questa storia di fantasmi e sensi di colpa. Un film che soffre di staticità ma che fa di parola sostanza e che tiene alta tensione e mistero senza apparenti colpi di scena. Da vedere.                



In sala dal 29 settembre distribuito da Teodora   


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