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mercoledì 14 settembre 2022
di Claudio Fontanini
Maigret
Gerad Depardieu nei panni del commissaro francese in un film dolente e crepuscolare
Dolente, affannato, malinconico. E’ il Maigret crepuscolare di Gerard Depardieu nella versione cinematografica di Patrice Leconte. Adottare non adattare dice il regista parigino nella sua dichiarazione d’intenti trasportando dalla carta allo schermo Maigret e la giovane morta, il romanzo del 1954 di Georges Simenon

Classico ma non polveroso, accuratissimo nella ricostruzione d’epoca e interpretato da un gigante nato per il ruolo (Maigret era enorme e di ossatura robusta scrive lo scrittore francese nella prima storia di Maigret), il film di Leconte vede il commissario alle prese col caso di una giovane morta accoltellata e imbottita d’alcool con indosso un bellissimo abito da sera firmato del ‘37

La giusta distanza per cercare di capire gli eventi, una corazza psicologica, dettagli rivelatori e certezze che crollano. Con Maigret che a inizio film si vede vietare ad una visita medica il piacere della  pipa (Ha smesso di fumare, come si sente? Nudo risponde ad un collega) e della tavola. 

L’indagine di un sopravvissuto alla vita che indaga negli ambienti delle ragazze di provincia arrivate a Parigi in cerca di successo e soldi facili. Mentre il rapporto con Betty (Jade Labeste), la giovane ex coinquilina della vittima, rianima il fantasma della figlia morta del commissario 20 anni prima avvicinando l’attore francese a Simenon (Guillame, il primogenito di Depardieu è morto per un’infezione nel 2008 a 37 anni mentre Marie-Jo l’unica figlia femmina dello scrittore si è suicidata nel 1978) in un curioso gioco di rimandi tra scena e vita che è un po’ il cuore di questo film che è un’indagine psicologica più che poliziesca

Tra interrogatori sulle panchine e effetti personali lasciati come caparre, esche e feticismi, obitori e ville, pasticche di laudano e muri di silenzio, si assiste alla rianimazione di un personaggio capace di scavare sotto la superficie delle cose (Non credo a niente, non mi fido di ciò che è ovvio) per mettere insieme i tasselli di un incidente camuffato da omicidio (Di solito avviene il contrario…). Chi è abituato ai ritmi e ai tempi delle indagini stile serie televisive rimarrà deluso. Gli amanti del cinema ringraziano

In sala dal 15 settembre distribuito da Adler   


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