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martedì 21 giugno 2022
di Claudio Fontanini
La ragazza ha volato
Un racconto al femminile di rara potenza ed esattezza psicologica
Una città di confine, un’adolescente solitaria, il disagio di famiglie nelle quali si coltivano i silenzi dietro un’apparente normalità. Presentato con successo a Venezia 78 in Orizzonti Extra, La ragazza ha volato di Wilma Labate è una nitida fotografia delle vite al bivio di una gioventù senza slanci emotivi. 

Basato su uno script dei fratelli D’Innocenzo (autori anche della sceneggiatura con la Labate), il nuovo film della regista romana- che torna al lungometraggio a 15 anni da La signorina Effe- pedina le giornate di Nadia (una magnifica Alma Noce già vista ne Gli anni più belli), sedicenne scontrosa e senza sogni che vive a testa bassa a Trieste frequentando la scuola alberghiera. 

Senza amici, di poche parole e con padre e madre (Massimo Somaglino e Rossana Mortara) immobili nel destino di giornate tutte uguali immerse nel grigiore periferico, l’inerzia di Nadia verrà sconvolta dall’incontro casuale al bar con Brando (Luka Zunic), un coetaneo della zona che vive alla giornata e finisce per abusarla (Vuoi vedere la mia pistola? le dice invitandola a casa dello zio). 

Inizia da qui un film duro e spigoloso che senza mai giudicare i suoi personaggi accompagna lo spettatore nel cuore e nella mente di questa giovane donna chiamata per la prima volta a condividere il suo dolore. Con la Labate, documentarista doc, che filma gli affanni e i tormenti di Nadia come in un film di Ken Loach

Un racconto al femminile di rara potenza ed esattezza psicologica che scava nel profondo e mette in scena il malessere del nostro tempo: la mancanza di comunicazione. Forse è per questo che a Nadiastanno tutti sul cazzo’ e il suo allora non è un rifiuto a sentirsi come gli altri ma piuttosto la mancanza di un interlocutore con cui allargare gli orizzonti. Affettivi e sociali. 

Nemmeno al sorella maggiore (Livia Rossi) che ha scelto di andare a vivere da sola riesce nell’intento e allora non resta che affidarsi al destino (non quello che la regia della Labate lascia presagire in un paio di sequenze) per provare a volare più in alto. Come sottolinea il magnifico finale con quel dolly ascensionale che invita a respirare nuova aria e a intravedere finalmente la luce. 

Intenso, partecipato, giocato sui corpi e gli sguardi più che sui dialoghi, ecco un buon esempio di cinema italiano capace di fotografare il reale senza imbellettarlo o, peggio, infarcirlo di degrado a buon mercato e sentimentalismi ricattatori. E, alla fine, nonostante le apparenze, ci si riconosce e ci si affeziona a questa piccola guerriera in lotta contro il suo tempo. Molte coetanee dovrebbero prenderla a modello. 

In sala dal 23 giugno distribuito da Adler Entertainment


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