Il sesso? Una questione di potere. Diventare un’affermata pornostar? L’altra faccia del sogno americano. Adattato dall’omonimo e premiato cortometraggio del 2013 (Canal Plus Award alla Settimana della Critica di Cannes) Pleasure, esordio al lungometraggio della svedese Ninja Thiberg, è un viaggio audace nel mondo dell’industria del porno che sfuma i confini tra finzione e realtà in una soggettiva al femminile che diventa sguardo allucinato.
Ed ecco la 19enne Bella Cherry (Sofia Kappel, esordiente ed unica attrice del cast, le altre sono tutte pornostar professioniste in azione) sbarcare dalla Svezia a Los Angeles in cerca di emozioni forti e popolarità a tutti i costi. Sbarcata in America per piacere e in fuga dal suo paese perché gli svedesi sono noiosi e si autocommiserano, quella biondina dall’aria angelica e sottomessa si sistema in una casa per modelle con altre aspiranti performer e inizia la sua personale scalata al successo in una sorta di via crucis a luci rosse (come sottolineano le musiche da chiesa che accompagnano le scene più forti del film).
Agenti potenti e sogni di gloria, sfrenata ambizione e ambienti pericolosi con Bella che firma consensi per atti sessuali espliciti, si cimenta in prestazioni interraziali e saluta l’innocenza perduta a colpi di doppie penetrazioni dopo ansie da prestazioni e lacrime di dolore.
Attenta ai social e in posa perenne, la protagonista di Pleasure è l’emblema di un femminismo spinto oltre ogni limite (anche se nella scena clou del film Bella indossa un fallo maschile e penetra la sua compagna di set sottomettendola di fatto al suo potere) che ambisce alla gestione del proprio corpo come business.
Autentico, esplicito e feroce (in alcuni momenti sembra di assistere ad un horror), il film della Thyberg è una sorta di documentario di finzione che scandaglio l’universo pornografico con minuziosa precisione. Con la sbalorditiva e magnetica interpretazione della Kappel a fare da guida spirituale e fisica ad un film potente e disturbante che non lascia indifferenti.
Senza ricatti emotivi o dialoghi consolatori (si ascolti la telefonata con la madre lontana in un momento di crisi di Bella), Pleasure- selezionato al Sundance e a Cannes 2021- non risparmia dettagli scabrosi e violenze da set con quella telecamera in azione a rivelare in chi guarda corpi plastificati e sguardi mascherati. E la solidarietà femminile che qui si fa sfida all’O.K. Corral fino all’annullamento di se stesse. Finale aperto ma poco in linea col resto di un film che rompe i tabù e non accenna a compromessi, rimorsi e pentimenti.
Dal 17 giugno in esclusiva su Mubi