L’elisir di lunga vita? Tom Cruise deve averlo davvero bevuto se risulta ancora credibile- alla soglia dei 60 anni- nei panni di Pete Maverick Mitchell. E’ il miracolo del sequel di Top Gun che arriva a 36 anni dall’originale e miscela in giuste dosi tecnica, emozioni e nostalgia del tempo che fu.
Nel blockbuster testosteronico prodotto da Jerry Bruckheimer (costo 152 milioni di dollari) e firmato stavolta da Joseph Kosinski che subentra a Tony Scott, il nostro eroe sfreccia ancora in moto coi suoi Ray-Ban agli occhi (e senza casco) e i capelli al vento lungo le piste del deserto californiano.
Tra i migliori aviatori della Marina e capitano di vascello dopo 30 anni di servizio (mai una promozione: significherebbe non pilotare più caccia) Mitchell continua a fare quello che ama: spingersi oltre i limiti. Collaudatore di aerei deve affrontare all’inizio il suo nemico più temibile: il futuro (E’ alle porte e lei non ne fa parte gli dice Ed Harris).
Il budget militare è destinato al nuovo programma di droni che dovranno sostituire i piloti in carne ed ossa e allora ecco Cruise alla guida nel tentativo di superare i Mach10 (12.348 km/h) richiesti per superare il test che scongiura la chiusura della base. L’impresa gli varrà la nomina a capo addestratore di una squadra speciale di allievi dell’accademia (c’è anche il figlio del suo vecchio compagno di volo Goose morto in un incidente) per una missione segreta.
C’è da abbattere un impianto di uranio in un bunker sotterraneo controllato da uno stato canaglia (la Russia non viene nominata…) e a compiere la rischiosissima impresa dovranno essere 6 nuovi Top gun.
Manuali nel cestino e sprezzo del pericolo, coraggio e patriottismo spinto con Maverick alle prese coi sensi di colpa e i fantasmi del passato (magnifico l’incontro col suo protettore nascosto Val Kilmer) che incrociano nuovi amori (al posto di Kelly McGillis c’è l’ottima Jennifer Connelly nei panni di Penny, la proprietaria del bar vicino alla base aerea) e storie di padri e figli.
Imparare a lasciare andare il passato non sarà facile ma Maverick accompagna per mano lo spettatore in un viaggio nel tempo che emoziona e diverte dimostrando, se ce ne fosse bisogno, l’immortalità della sala cinematografica (impossibile non vedere film del genere sul grande schermo immersi in un rito collettivo che scatena applausi).
Tra flessioni punitive e navigazioni in barca a vela col mare mosso (Ma non sei un marinaio? si stupisce Penny vedendo lo spaesato Maverick alle prese con le operazioni a bordo), partite sulla spiaggia, voli da brivido e una colonna sonora da urlo (ai Berlin di Take my breath away subentra la Lady Gaga di Hold my hand) lo spettacolo è assicurato.
In sala dal 25 maggio distribuito da Eagle Pictures e Paramount Pictures Italia