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lunedì 15 novembre 2021
di Claudio Fontanini
Querido Fidel
Gianfelice Imparato in una tragicommedia sull’utopia rivoluzionaria
Mimetica, stivali e berretto militari e sigaro in bocca. Emidio (Gianfelice Imparato) è un attempato comunista che si aggira così per i vicoli della Napoli del ’91 mentre il morbo capitalista esplode e l’unico baluardo socialista nel mondo è rappresentato da Fidel Castro, il suo mito giovanile. 

Figlio di un rivoluzionario che lo ha conosciuto, scrive ogni mese da anni al Comandante che puntualmente gli risponde direttamente dall’Avana. E mentre il baluardo caraibico del comunismo mondiale sembra avere i giorni contati e in Italia il vecchio Pci si trasforma in altro, Emidio combatte in solitaria la sua guerra personale contro il liberismo sfrenato tentando di spargere il nobile seme della rivoluzione. 

In cura da uno psichiatra ogni sei mesi dopo aver attentato (con il gas esilarante) alla Nato, sopportato dalla moglie (Alessandra Borgia) e avversato da Ernesto (Marco Mario de Notaris), il figlio infermiere che batte bandiera americana e vive per il calcio e per le donne, quel rivoluzionario mai pentito trova soddisfazione solo nella nipote Celia che disegna il Che a scuola tra l’imbarazzo della maestra. 

Una casa trasformata in una roccaforte del socialismo reale, il controllo dell’economia socialista per le vie di Napoli e le razioni di cibo per la famiglia alla lavagna, la benzina rubata per la causa e le stoccate a un Paese di pecoroni senza slanci passionari (In Italia ci si accontenta di tirare a campare). 

Opera prima diretta e sceneggiata da Viviana Calò, napoletana con residenza a Tenerife, Querido Fidel- presentato al Bif&st 2021 dove ha ottenuto due premi per miglior attore e regia- mette in scena una tragicommedia sull’utopia e l’ansia da cambiamento di un uomo ancorato a valori ed ideali (sì, esistono ancora…) ormai in conflitto con la realtà tecnologica che avanza. 

Magari non tutto funziona sul piano del ritmo e del colore (troppo poche le scene di Emidio a confronto col mondo esterno che non lo riconosce) ma i toni agrodolci sono quelli giusti e a dar calore e spessore umano al personaggio pensa l’ottima interpretazione di Gianfelice Imparato che dopo Into Paradiso si ritaglia un altro bel ruolo da meritato protagonista. 

In uscita nei giorni che precedono il quinto anniversario della morte di Castro e nell’imminenza del primo della morte di Maradona (citato nel film in un divertente duetto tra Imparato e Ninni Bruschetta) Querido Fidel regala speranza nell’avvenire e in un mondo migliore nel nome della libertà. Di pensiero e di sguardi. Di questi tempi una salutare medicina. 

In uscita il 18 novembre distribuito da TeleAut con Audioimage ed Eskimo           


 
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