E’ bella e provocante, dorme mezza assonnata e ubriaca sul divanetto in pelle rossa di una discoteca popolata da uomini eccitati e dopo aver allargato le gambe accetta un passaggio a casa da uno sconosciuto. Cosa sarà successo durante la notte lo fanno intuire i titoli di testa dello spiazzante film di Emerald Fennell con la magnifica Carey Mulligan (per lei una candidatura all’Oscar) ripresa in primo piano mentre cammina scalza con un panino in mano e la salsa di ketchup che le cola come sangue.
Chi è in realtà Cassie? Cosa si nasconde dietro la facciata della timida barista dallo sguardo triste che vive ancora con i genitori, dimentica il suo compleanno e non ha voglia di conoscere uomini? Candidato a 5 Oscar (ne ha vinto uno per la migliore sceneggiatura originale firmata dalla stessa regista britannica) e presentato al Sundance 2020, Una donna promettente è uno di quei film prendere o lasciare che mette al centro della storia personaggi al limite chiamati a farsi carico di un portato morale e culturale di un’epoca.
Un po’ come la Tonya di Margot Robbie (che non a caso produce il film con la sua Lucky Chup Entertainment) anche Cassie è una donna che va oltre gli stereotipi femminili in un gioco al massacro che diventa rivincita su un passato doloroso. Perché dietro gli incontri notturni della trentenne protagonista di questa dark story politicamente scorretta (una benedizione di questi tempi) c’è il ricordo di una vecchia amica d’università caduta in depressione e morta dopo essere stata costretta a subire la violenza di uomini che non pagano mai il conto.
Una carriera alle spalle (era una promettente studentessa di medicina), un chirurgo pediatrico che spunta dal nulla corteggiandola (ma al primo incontro lei gli sputa nel caffè…) e un vecchio compagno di corso, diventato anestesista e in procinto di sposarsi, che diventa un bersaglio imprescindibile per quella sorta di Joker al femminile.
Guarda avanti, per tutti noi la implora la madre dell’amica di un tempo ma Cassie sceglierà di non dimenticare il passato e concentrarsi su un presente che la vede paladina di una femminilità che non conosce ostacoli e medita vendetta seriale.
Movimentato e colorato (Cassie canta Paris Hilton in farmacia), eccessivo e dolente, l’opera prima della Fennell vive di svolte, interpretative e di genere (la parentesi romantica è la meno convincente). Un revenge movie pop al tempo del MeeToo con Carey Mulligan mai così brava (guardatela mentre sdraiata sul letto si fa togliere i vestiti e cambia espressione in un amen) e un finale a sorpresa che mette alla sbarra ipocrisie e perbenismo di facciata dell’America puritana.
E quel vecchio video della violenza con innocenti (!) spettatori che assistono senza agire rimanda anche da noi ad un’attualità carica di rabbia e sdegno.
Dal 24 giugno in sala distribuito da Universal Pictures