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martedì 4 febbraio 2020
di Claudio Fontanini
GLI ANNI PIU’ BELLI
Remake mascherato (ma non troppo). Quarant’anni di vita italiana vissuti attraverso le frequentazioni, i sogni e i tradimenti di tre amici d’infanzia. Vi ricorda qualcosa? C’eravamo tanto amati, il film di Ettore Scola del ’74 rivive (o almeno tenta di farlo) sul grande schermo ne Gli anni più belli di Gabriele Muccino.
Turgido e inutilmente urlato mette in scena gli ideali giovanili e le disillusioni dell’età adulta
Remake mascherato (ma non troppo). Quarant’anni di vita italiana vissuti attraverso le frequentazioni, i sogni e i tradimenti di tre amici d’infanzia. Vi ricorda qualcosa? C’eravamo tanto amati, il film di Ettore Scola del ’74 rivive (o almeno tenta di farlo) sul grande schermo ne Gli anni più belli, la dodicesima regia di Gabriele Muccino

Turgido e inutilmente urlato, soprattutto nella prima parte, il nuovo film dell’autore di Ricordati di me- scritto insieme a Paolo Costella- mette in scena gli ideali giovanili e le disillusioni dell’età adulta di un terzetto di adolescenti che si fanno specchio dell’andamento del Belpaese. 

Si comincia nell’82, quando di pomeriggio si ballava in discoteca mentre all’esterno si manifestava tra le cariche dei celerini e i colpi di pistola nella coda degli anni di piombo. Ferito da un proiettile volante, Riccardo (Matteo de Buono da giovane, Claudio Santamaria da adulto), artista senza talento con aspirazioni da critico cinematografico e famiglia hippie verrà salvato da Paolo (Andrea Pittorino/Kim Rossi Stuart), orfano di padre con poche ambizioni e Giulio (Francesco Centorame/Pierfrancesco Favino) in fuga dalla mediocrità e assetato di successo. 

E intanto crolla il muro di Berlino, Craxi viene sommerso dalle monetine, Berlusconi scende in campo, la vitalissima Gemma (Alma Noce/Micaela Ramazzotti)- la donna contesa da Paolo e Giulio- si trasferisce a Napoli e colleziona uomini per carenze affettive, qualche matrimonio va a rotoli (nei panni della moglie di Riccardo c’è Emma Marrone, al suo esordio cinematografico) e qualcun altro è sigillato dall’interesse (Nicoletta Romanoff, nei panni della figlia di un ex ministro della Sanità e futura sposa di Giulio che difenderà con successo il suocero invischiato in Mani pulite). 

Con gli anni che passano tra litigi e incomprensioni, rancori e rimpianti, in un film sommario e senza prospettiva (non basta a rendere il clima di un’epoca il ricordo visivo di un avvenimento storico) che accumula dosi massicce di voce fuori campo e dichiarazioni in macchina dei personaggi mentre le musiche di Nicola Piovani (tutte in tonalità maggiore anch’esse) contribuiscono alla saturazione di ogni immagine

Così tra vecchie Mercedes rosse da rimettere in moto e metaforiche colombaie, bagni notturni a Fontana di Trevi e massime esistenziali de noantri (E’ mejo la puzza de fame che esse disonesti e tradì l’amici dice Santamaria), cicatrici e sorrisi (da Teresa di Calcutta), arie d’opera (mentre si canta E lucevan le stelle da Tosca, un assorto Kim Rossi Stuart rivede l’amato uccellino che svolazza in teatro nella sequenza più brutta del film) e  insopportabili moralismi (la visita di Favino ricco con la figlia alla vecchia casa d’infanzia) questo atto d’amore verso il cinema che fu (almeno nelle intenzioni), diventa nelle mani di Muccino la prova dell’incolmabile distanza tra padri artistici e figli. . 

Con Muccino che non lavora mai in sottrazione- difetto atavico del suo cinema- e preferisce l’effetto alla sostanza, il gridato al non detto e le piccole storie dei personaggi che non riescono mai ad amalgamarsi alla cornice della Grande storia (le svolte epocali sono echi televisivi senza ricadute sui personaggi) in un senso di inadeguatezza generale che travolge questa pellicola che si accontenta di citare (male) piuttosto che inventare. 

Si esce dalla sala con l’enorme rimpianto di un’occasione mancata e un’unica voglia. Quella di rivedere all’istante il capolavoro di Scola. Sui titoli di coda scorrono le note del brano inedito di Claudio Baglioni (del quale si ascoltano anche E tu come stai? e Mille giorni di te e di me) che dà il titolo al film.


In sala dal 13 febbraio distribuito da 01   

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http://www.01distribution.it

 
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