Grande appassionato di cinema, José era arrivato dall’Argentina in Italia negli anni Settanta e si era subito integrato nel mondo della carta stampata, entrando nella redazione di Paese Sera. Ha sempre svolto il suo lavoro senza risparmiarsi, con grande passione e l’impegno di un professionista. E quando alla fine degli anni novanta i quotidiani in crisi hanno cominciato a tagliare posti di lavoro José ha saputo mantere vivo l’interesse per la vita e l’amore per il suo lavoro.
Senza piangersi addosso si è integrato nel nostro giornale (riciclandosi come tanti di noi sul web), magazine all’epoca diretto da Anna De Martino. Curava anche il suo blog personale e scriveva per l’Associazione Culturale Clara Maffei, cercando sempre nuovi stimoli nell’esercizio della scrittura e nell’arte filmica di cui era un profondo conoscitore. E proprio nell’arte, e nella sua universale bellezza, ha trovato la forza di continuare a scrivere. E a vivere, non senza sofferenze.
Solo pochi mesi fa era riuscito ad ottenere la sacrosanta pensione. Ma non aveva smesso di frequentare i cinema, né pensato di smettere di fare recensioni.
Sempre presente alle proiezioni di film, conferenze stampa, presentazioni di libri, tavole rotonde, festival e convegni, José mi ha onorato della sua preziosa e talora insostituibile collaborazione scrivendo centinaia di recensioni e interviste, che spesso mi spediva di notte.
Uomo di poche (ma profondissime) parole, amava dare spazio e visibilità alle opere da cineclub, agli esordienti, e a quei film d’autore che magari non avrebbero mai avuto una distribuzione in sala. Ma lui era fatto così. Ed io ho sempre rispettato le sue scelte, accettando le sue recensioni di nicchia e pubblicando integralmente gli articoli su questo giornale.
... Il tuo ultimo sms di saluti José l’ho ricevuto mentre ero in viaggio, all’estero. Mi ero ripromessa di sentirti una volta tornata a Roma dalle vacanze. Non ho fatto in tempo, purtroppo. Due giorni fa, Claudio caro amico e collega mi ha dato la notizia che ci avevi lasciati. L’ennesimo lutto quest’anno. L’ennesimo graffio al cuore. Che dolore immenso la tua perdita: un uomo sensibile e educato, mai sopra le righe, onesto e grande lavoratore.
Tutti noi, amici e colleghi, prima di dare la notizia abbiamo rispettato la consegna del silenzio per 48 ore, nel rispetto dei tuoi parenti in Argentina che dovevano essere avvisati del lutto dalle autorità italiane. Ma ora che le lacrime possono finalmente uscire insieme con questi ricordi - non metterò tutte le parole nero su bianco qui, amico, perché alcune cose rimarranno solo nostre - resta la sensazione amara di un vuoto incolmabile.
Ti sono debitrice José, in quasi vent’anni mi hai fatto vedere il cinema coi tuoi occhi e la tua sensibilità. Hai acceso per me luci splendenti e sognanti, anche fuori dalla sala cinematografica. E mi hai dimostrato tutta l’umanità di cui eri portatore, nonostante i torti subiti nella vita e le difficoltà di lavorare in un ambiente difficile come il nostro.
Ho scelto di tenere la tua foto e il tuo nome tra i redattori: non posso fare altrimenti. Pensare che tu non ci sia più, che tu non scriva più per me è impossibile. Mi manca la tua voce pacata, mi mancano le tue email. E i tuoi articoli fiume, che leggevo sempre fino in fondo, per eliminare le dannate virgolette di cui i tuoi pezzi sono pieni. Manchi, amico mio. Mancherai a tutti qui, terribilmente. Terrò un posto in sala per te. E ovunque tu sia... buon film José