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venerdì 1 febbraio 2019
di Silvia Di Paola
Argentero versione supereroe
"Sento la necessità di raccontare belle storie" spiega Luca Argentero protagonista di "Copperman"
Il supereroe che tutti noi possiamo essere.Tutti, e più che mai e fortissimamente un adulto come Anselmo rimasto un po’ bambino ma pronto a vivere appassionatamente. Che significa “senza risparmiarsi, con generosità, con immaginazione e con cuore”. Questo fa Anselmo che da piccolo vediamo con tanti capelli e spesso con una pentola in testa e da grande con la bella faccia di Luca Argentero. Appunto  un adulto rimasto bambino.
Protagonista di una favola “che è sempre un privilegio poter raccontare al cinema” dice Eros Puglielli che così presenta il suo Copperman (dal 7 febbraio in sala), protagonista un Argentero in versione supereroe, affiancato da Galatea Ranzi, madre dolcissima, Antonia Truppo, il suo amore, e Tommaso Ragno misterioso fabbro che è un  po’ il padre che il protagonista non ha mai avuto.

E ciò che conta in questa favola è il desiderio, di amare, di salvare, di far battere il cuore perché alla fine ‘tutto può accadere e non sai mai che cosa ti aspetta dietro l’angolo’ come si dice nel film.
Che cosa significa? Luca Argentero lo dice cosi: “Che accade sempre qualcosa che ha a che fare con i nostri desideri se sappiamo desiderare, se mettiamo il cuore nelle cose”.

Ma come si è avvicinato a questo film piuttosto unico nel panorama italico?
Quando ho letto tempo fa la sceneggiatura ero estasiato ma ho pensato che non si sarebbe mai fatto un film così”

Perché?
Perché non è facile nel nostro cinema uscire da schemi che si ripetono continuamente, non è facile alzare un po’ l’asticella. Questo film mostra invece, che con un po’ di coraggio si riesce a battere nuovi territori. E io stesso sento la necessità di belle storie da raccontare, al di là di quelle che si vedono in giro

Che cosa fa di diverso, anzi di diversissimo questo film?
Spesso nel nostro cinema si pensa che bastino due battute per portare in sala lo spettatore, ma invece il punto è che bisogna trasportarlo in un mondo nuovo. Ecco questo film prova a offrirti qualcosa di nuovo e ad offrirti qualcosa che proprio perché diversa non può deluderti”

E per Argentero cosa è questo qualcosa?
Direi che per me  questa è la realizzazione di un sogno. Del resto questo film è fatto per chi crede che i sogni possono realizzarsi nella vita. Io sogno da quando son bambino di fare il supereroe, ora l’ho fatto e il film ha anche un potenziale: aprirà un mondo allo spettatore, suggerirà che nella vita ognuno può essere un supereroe se ha il coraggio di seguire immaginazione e cuore perché credere a se stessi e avere personalità è essere dei supereroi”

Che supereroe sognava di essere da bambino?
Spiderman e ho ancora delle foto con quella maschera. E poi Superman. Mentre crescendo ho amato pazzamente Iron Man (e indossando l’armatura per  questo film ci ho un po pensato) ma badate non tanto per il personaggio ma perché sono un amante sfegatato dell’attore, Robert Downey Jr.

Ma, prima di entrare nell’armatura come si è avvicinato al suo personaggio?
“Il mio Anselmo è un bambino con qualche disturbo che diventa grande restando un bambino candido che deve cedersela col mondo di fuori. Ma lui non ha paura. Il primo pensiero è stato nell’essere scrupolosi nella messa in scena, incontrando ragazzi con difficolta dello spettro cognitivo come lui, ragazzi con cui devi parlare senza giri di parole e senza metafore, dando finalmente alle parole il vero peso che hanno. Avvicinarmi a questo mondo è stato il primo step di questo viaggio. Dopo c’era la realizzazione del supereroe”

Da che idea siete partiti?  
Doveva essere uno di noi, uno coraggioso  e di cuore, un uomo  che non ha superpoteri, che cerca di salvare il mondo nel suo piccolo e con estrema naturalezza. Molti hanno citato Forrest Gump ma nel senso che fa del suo handicap un punto di forza. Ecco l’idea di partenza era fare della diversità del protagonista il suo essere speciale

Oltre a Forrest Gump, cui si pensa immediatamente vedendo il film, a chi o a cosa altro avete pensato?
Abbiamo pensato alla dolcezza di Miyazaki ma anche a Delicatessen e Totò les heros, mentre non c’è rapporto con Jeeg Robot perché è stato scritto prima e anche perché qui non ci sono veri supereroi con veri superpoteri ma un uomo che crede nel suo superpotere, quello che ognuno di noi ha se sa trovarlo. Alla fine il film parla di come l’immaginazione, la mente e il cuore possono cambiare la realtà”.

 
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