La truffa del secolo è un bel polar dell’attore e regista francese Olivier Marchal, già autore degli apprezzati 36 Quai des Orfevres (2004) e Gang Story (2011). Scritto dal regista con Emmanuel Nacacce, da un soggetto di Ali Hajdi, ispirato a una storia realmente accaduta, è un film coinvolgente ed a tratti emozionante. Perché Marchal, degno erede della tradizione francese - da Jean-Pierre Melville a Robert Enrico - costruisce un noir fra dramma esistenziale e poliziesco contemporaneo, fra onestà e disperazione, fiducia e tradimento, società fittizie ed economia virtuale.
Antoine Roca (Benoit Magimel) è un imprenditore in grosse difficoltà economiche, infatti la società ereditata dal padre è sul filo del fallimento. Decide allora di organizzare una truffa ai danni dello stato sfruttando una scappatoia nel sistema di tassazione del carbone (il più azzeccato titolo originale). Ma si troverà coinvolto in una spirale discendente tra malavita, corruzione e compromessi senza ritorno. Anche perché il potente suocero Aron Goldstein (un sempre inimitabile e gigantesco Gérard Depardieu), che lo considera un fallito, farà di tutto per ostacolargli la strada.
Partendo dal fatale finale – escamotage inventato settant’anni fa da Billy Wilder per La fiamma del peccato e Viale del tramonto - questo particolare polar è un lungo flash-back raccontato dal protagonista, costretto a passare dalla fragilità alla spietatezza, in un crescendo di suspense e tensione che tiene lo spettatore attaccato alla poltrona dall’inizio alla fine.
Nelle sale dal 28 giugno distribuito da Movies Inspired