Un argomento importante e complesso per il nuovo film di Berardo Carboni (dopo il docu-film Shooting Silvio e il lungometraggio d’animazione VolaVola). Youtopia, affronta infatti il lato oscuro di internet che coinvolge e sconvolge soprattutto - ma non solo - il mondo degli adolescenti, visto che ogni giorno sette miliardi di persone desiderano quello che non hanno e si rivolgono al mondo virtuale.
Due storie parallele che finiranno per incrociarsi, sceneggiate dal regista con Aliosha Massine, Marco Berardi, Marco Greganti e Dino Giarrusso. Il farmacista sessantenne Ernesto (Alessandro Haber), sposato con Fausta (Pamela Villoresi) e con un figlio, è convinto che la felicità si misuri con il possesso (soprattutto sessuale). E nonostante possieda già molto, è insoddisfatto. Infatti, alla ricerca di evasione Ernesto alterna la routine famigliare con squallidi incontri notturni.
Dall’altra parte Laura (Donatella Finocchiaro) è una quarantenne che aspira a quell’ideale di vita patinata secondo i canoni tivù, ma si ritrova senza lavoro, con un mutuo che fatica a pagare (è imminente la vendita della casa), una figlia diciottenne, Matilde (Matilda De Angelis), e una madre anziana, Anna (Lina Bernardi), da mantenere.
Per sfuggire a una realtà che non le permette di avere quello che desidera, Matilde si rifugia nel web (un videogioco in cui è una sorta di principessa guerriera), ma scopre un mondo che le offre una scorciatoia per facili guadagni, usare il proprio corpo nudo davanti alla webcam. E, viste le gravi difficoltà economiche della madre si offre di aiutarla decidendo di mettere all’asta la propria verginità.
Ovviamente, Youtopia affronta uno di migliaia di casi che hanno spesso conseguenze tragiche, affidandosi alle indagini in questi due mondi paralleli che ogni giorno si intrecciano sempre di più, coinvolgendoci tutti. Fra pudore reale e spregiudicatezza virtuale, crisi economica e morale, il film offre un quadro realistico – comunque ambiguo - del problema, invitando alla riflessione lo spettatore e, se non è poco, non è mai abbastanza.
Il film mostra – dice il regista – da un lato la realtà così com’è: cinica, spietata, asfissiante, dall’altro racconta come oggi sia possibile e indispensabile cercare nuovi scenari, nuovi desideri, nuove visioni. I viaggi che Matilde compie in ‘landing’, il mondo virtuale che frequenta quando è al computer, e non si spoglia per danaro, non sono quindi solo una fuga dalla realtà, ma il modo che lei ha per provare a cambiarla.
La voce di Hiro è di Antoine-Olivier Pilon.
Nelle sale italiane dal 25 aprile distribuito da Koch Media