Una casa infestata dai fantasmi, una donna in lotta col passato e uno scettico psichiatra chiamato ad indagare. Il solito thriller soprannaturale tutto spaventi e rumori sinistri? Non proprio perché questo La vedova Winchester offre allo spettatore la grande Helen Mirren per la prima volta alle prese con gli scenari trascendentali di una ghost story e soprattutto si basa su una persona reale.
Ereditiera della celebre industria delle armi e azionista di maggioranza della società che l’aveva realizzata, Sarah Winchester, convinta di essere perseguitata dalle anime uccise dai fucili dell’azienda di famiglia (marito e figlio morirono improvvisamente anni prima) decide di dedicarsi, giorno e notte, alla costruzione di un’enorme magione progettata per tenere a bada gli spiriti maligni.
Costruita a San Jose, in California, nel 1884 e ininterrottamente ampliata per 38 anni, Winchester Mystery House (oggi è un’attrazione turistica) è un dedalo inestricabile con scale che non portano a nulla e porte che si aprono sui muri, 500 stanze decorate con simboli e crittografie e un labirinto di sale confuse per sette piani dove convivono spiriti benigni e anime in cerca di pace.
Con una stanza per le sedute spiritiche di cui solo Sarah era a conoscenza e nella quale, nottetempo, i morti ammazzati dai Winchester dettano alla proprietaria le architetture delle nuove stanze da progettare per rivivere l’attimo fatale.
Ossessionato dal suicidio della moglie e dipendente dal laudano (una droga a base di alcool e oppio usata nell’800), il dott. Eric Price (Jason Clarke) è chiamato dal Consiglio di amministrazione della Winchester ad esaminare lo stato mentale della proprietaria. Finirà invischiato in un gioco di spettri e seducenti apparizioni (siamo in zona The Others) che ne faranno un uomo nuovo e disposto a ridisegnare i confini tra reale e immaginario.
Diretto con mano sicura ma senza originalità dai fratelli Spierig (Saw: Legacy) La vedova Winchester, ambientato nel 1906, alla fine, più che spaventare si tramuta in un manifesto politico contro l’industria delle armi.
Quasi un salutare controcanto allo smaccato patriottismo armato dell’ultimo Eastwood di 15:17 Attacco al treno. Con il profitto di un’invenzione che ha ucciso migliaia di persone (si stima che i fucili Winchester abbiano provocato nel tempo 8 milioni di morti) a giustificare la rabbia e la violenza dei fantasmi vendicativi e senza pace che popolano la pellicola.
Una vera e propria espiazione morale quella compiuta dalla protagonista (che nel frattempo ha iniziato a produrre pattini a rotelle…) che combatte tra ombre, misteri e luce soffusa con l’eleganza e la regalità di una Helen Mirren a suo agio anche tra le tenebre. Il resto sono proiezioni mentali, sonnambulismo, specchi deformanti e numeri magici. Per capire che in fondo il mostro più spaventoso è quello che invita a casa sua.
Nelle sale dal 22 febbraio distribuito da Eagle Pictures