Quando appare in scena, con quel faccione bonario e rassicurante, pensi subito a una Roma pacioccona e tollerante che non c’è più. Forse è per questo che ogni nuovo spettacolo di Rodolfo Laganà è un’occasione di divertimento e di riflessione sul nostro tempo ma, soprattutto, una sorta di come eravamo che diventa quasi medicina contro la volgarità e i coattume imperanti. In Toro sedato, in scena al Salone Margherita fino al 18 marzo, l’attore romano indossa i panni di un indiano metropolitano che sposa la filosofia del fare finta di non capire tanto cara ai giorni nostri. Al grido di battaglia di Ao’ invece di Augh, Laganà passa in rassegna usi e costumi, abitudini e vizi del nostro quotidiano.
Dalla raccolta differenziata (La fai solo se ti guarda qualcuno…) al sopravvento della tecnologia (Internet? Farsi gli affari degli altri in tempo reale. Un gelato su Facebook? Tu lo assaggi e agli altri piace!), dalla spesa al supermercato- una sorta di paese delle meraviglie delle offerte speciali- ai viaggi infernali sui mezzi pubblici (Il posto in autobus? Uno status symbol !), dalle visite in banca (Altro che fido, pure le penne c’hanno la catenella attaccata) alle turbolenze della vita di coppia (Alle donne dico: non cercate un secondo fine negli uomini. Ne abbiamo uno solo…).
E poi ancora Cristoforo Colombo (Il primo indiano della Storia, lo soprannominavano l’indeciso) e i punti di riferimento spariti, giochi di parole (il linguaggio calcistico usato come quello degli elettricisti), un omaggio agli invisibili che ci passano accanto e un brindisi alla lentezza. Sognatore maggiorenne che riflette da fermo (Mia nonna mi diceva: come te movi fai danno e da allora sto fermo…) Laganà-Toro sedato passa dal tutto sommato al tutto sottratto in un viaggio metropolitano che invita ad usare bene le parole (Non vanno sprecate, sono come l’acqua) e a non chiudere gli occhi di fronte a chi ci chiede aiuto.
Per uno che tifava sin da bambino per le minoranze (Nei film western si gridava arrivano i nostri. I loro piuttosto…) quasi un passaggio obbligato.
Intelligente, arguto e sensibile, Toro sedato- scritto da Laganà con Paola Tiziana Cruciani e Roberto Corradi (scene di Alida Cappellini e Giovanni Licheri) regala anche riusciti siparietti canori (musiche originali di Sasà Flauto) nei quali è affiancato da Deborah Johnson.