Quello che emerge da Il ragazzo invisibile - 2.a generazione - confermato dallo stesso Gabriele Salvatores - “è la scoperta del lato oscuro, malinconico, e addirittura poetico” dell’adolescenza, quello che ti fa crescere. Infatti, il sequel del film - uscito tre anni fa -, ha le caratteristiche del romanzo di formazione ma viene visto in chiave fantastica. Stavolta c’è più azione e, forse, meno sostanza, però si tratta sempre di una versione tutta europea dei supereroi dove c’è il bene e il male, la mostruosità e la vendetta, l’amore e l’amicizia adolescenziale, piena di dubbi e angosce, disagio e insoddisfazione in attesa del passaggio all’età adulta; adolescenti ormai soli ad affrontare il loro futuro.
E che oggi, constatato dallo stesso autore, hanno soprattutto due paure: quella di non essere figli della propria madre e il terrorismo. Questa volta la narrazione è sempre in bilico tra passato e presente, in un riuscito gioco ad incastri avanti e indietro nel tempo che porta il protagonista a riflettere sulla propria esistenza (e sul suo futuro) e allo spettatore a conoscere e/o ricordare fatti e personaggi chiavi nella vita del giovane Michele Silenzi (Ludovico Girardello, cresciuto anche nella vita), che ha da poco perso la madre adottiva (Valeria Golino) e ritrova quella naturale (Ksenia Rappoport), e una sorella (Galatea Bellugi).
“A farci decidere di continuare la saga – afferma Salvatores – non sono solo stati la risposta e il gradimento del giovane pubblico (tra i riconoscimenti ricevuti, quello cui forse tengo di più è l’EFA Young Award assegnato dalle giurie di 25 Paesi europei formate da ragazzi). Al di là di tutto, avevamo ancora tanto amore per il nostro ragazzo invisibile, volevamo seguirlo ancora nelle sue avventure da adolescente che ha raggiunto i sedici anni, è cresciuto, ha dovuto affrontare la crescita e il passaggio all’età adulta di un supereroe problematico e tenero come Michele. Anche perché, in questo secondo capitolo, il gioco diventa più complesso”.
Michele, infatti, deve affrontare argomenti più delicati quali l’amore, la morte, la propria identità. E dovrà porsi le domande che ogni adolescente si pone, in ogni generazione: chi sono io? A che famiglia appartengo? Qual è il mio ruolo in questo mondo contemporaneo? Non a caso, al centro del film c’è proprio lo scontro tra due tribù (soprattutto di adolescenti): i supereroi, diversi, qui chiamati speciali e le persone normali, mentre i supereroi non sempre vogliono salvare il mondo, e come ogni essere umano, non sono solo buoni o cattivi. Qui, ci sono misteri da non rivelare e colpi di scena da non svelare, in un fantasy che è metafora attuale di un’età e di un mondo buio e complesso, ambiguo e violento.
Però i riferimenti sono casuali, soprattutto per quanto riguarda i ‘russi cattivi’ perché, dice il regista, “provengono da un mondo misterioso e lontano dall’Europa occidentale, che al cinema da sempre rappresenta una minaccia”. E lo stesso Michele, ferito e tradito non solo in amore, progetta una vendetta degna della Carrie di Stephen King – Brian De Palma, meno apocalittica però tipica degli adolescenti. E se gli ottimi effetti speciali digitali non sempre fanno centro (sul cuore dello spettatore, tanto da emozionarlo), è perché qualche volta restano freddi almeno per noi adulti, però probabilmente coinvolgeranno di più i ragazzi.
Affiancano i protagonisti: Ivan Franek (Andreij), Dario Cantarelli (Morfeo), Emilio De Marchi (Dottor K), Katia Mironova (Cinetica), Mikolai Chroboczek (Roccia), Matej Martinak (Libellula), Kristof Konrad (Igor Zavarov), Noa Zatta (Stella), Assil Kandil (Candela), Filippo Valese (Martino), Enea Barozzi (Brando), Riccardo Gasparini (Ivan). In contemporanea con l’uscita del film, anche il libro omonimo (Salani Editore) firmato dagli sceneggiatori Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo; e la graphic novel (Panini Comics), in librerie e fumetterie.
Nelle sale italiane dal 4 gennaio presentato da 01 Distribution in 400 copie |