Due giovani, due nazionalità e due religioni diverse uniti da una storia d’amore, di crescita personale e di scelte consapevoli. Il tutto narrato con il tratto lieve della commedia romantica. Diretto da Michael Showalter (Hello, My name is Doris) The Big Sick è basato sulla storia vera di Emily Gordon e Kumail Nanjiani (quest’ultimo anche interprete di sé stesso nella pellicola) autori dello script
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Due giovani, due nazionalità e due religioni diverse uniti da una storia d’amore, di crescita personale e di scelte consapevoli. Il tutto narrato con il tratto lieve della commedia romantica. Diretto da Michael Showalter (Hello, My name is Doris) The Big Sick è basato sulla storia vera di Emily Gordon e Kumail Nanjiani (quest’ultimo anche interprete di sé stesso nella pellicola) autori dello script la cui stesura li ha tenuti impegnati per ben tre anni. Il risultato è un film interamente autobiografico, fatta eccezione per il finale qui più cinematografico (nella realtà i due si sono sposati subito dopo la guarigione di Emily) ma penalizzato dalle numerose versioni di riscrittura della sceneggiatura che ne hanno preceduto la realizzazione.
Kumail, nato in Pakistan ma cresciuto in America, è un aspirante comico che si mantiene facendo il tassista a Chicago. Kumail proviene da una famiglia musulmana tradizionalista a cui è molto legato pur non condividendone affatto il rigore e il rispetto delle tradizioni come quella, ancora ben radicata, dei matrimoni combinati. Sua madre, infatti, fa di tutto per presentargli ragazze pakistane nella speranza che prima o poi lui si decida a mettere la testa a posto. Invece, durante una delle sue esibizioni, incontra Emily americana, bionda con un divorzio alle spalle, aspirante psicologa. Ciò che i due pensavano fosse solo una notte di sesso si trasforma ben presto in amore vero ma se la famiglia di Kumail lo sapesse, questa sarebbe una vera tragedia.
Quando Emily contrae un misterioso virus che la immobilizza su un letto di ospedale in coma farmacologico, Kumail le resta sempre accanto, malgrado poco prima avessero rotto il fidanzamento e durante questo periodo fa la conoscenza degli eccentrici genitori della ragazza Beth (una rediviva Holly Hunter) e Terry volati dal North Carolina per assistere la figlia. Ma sarà proprio questo momento tragico a chiarire le idee a Kumail su quelli che sono i suoi sentimenti veri e a prendere la sua strada con consapevolezza e maturità.
Cosa è più forte: l’amore o le proprie convinzioni? E’ il quesito su cui si fonda questa singolare storia e proprio attraverso il conflitto tra sentimento e famiglia Kumail riesce a prendere in mano le redini della propria vita, senza più sotterfugi e bugie; affronta a viso aperto i genitori e riesce, coraggiosamente, a fare le sue scelte da uomo libero. Decisamente curiosa e originale l’anomala struttura del film rispetto allo schema classico delle commedie romantiche dove, solitamente, è nella seconda parte che si concentra il tira e molla amoroso (ci si innamora, ci si lascia e alla fine ci si riprende). In The Big Sick tutto questo avviene nella prima parte, per lasciare poi spazio solo al dramma vero e proprio.
Scelta azzardata perché mantenere la storia d’amore ancora viva in questo modo fino all’happy ending finale è di certo più difficile. Il cambio di registro dal dramma alla commedia e viceversa sembra riflettere più una difficoltà degli autori a mantenere dritta la barra del timone piuttosto che una scelta di impostazione vera e propria. In un alternarsi di vis comica con le scene a tavola della famiglia pakistana e alcune battute divertenti “Fai il giudice per Miss Pakistan?” chiede Emily aprendo la scatola piena di foto delle aspiranti mogli di Kumail, e momenti in cui prevalgono tristezza e commozione il film procede con andamento discontinuo senza una direzione chiara. Dialoghi tendenzialmente logorroici e qualche lungaggine di troppo penalizzano l’insieme e, inevitabilmente, il risultato finale. Nelle sale dal 16 novembre distribuito da Cinema di Valerio De Paolis
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