Un duro e crudo crime thriller, “La fratellanza” narra l’odissea di uomo comune che, per uno sbaglio altrettanto comune, deve convivere e sopravvivere fra criminali di ogni sorta. Un’odissea raccontata dal regista Ric Roman Waugh (Snitch – L’infiltrato”) in modo realistico e credibile, visto che ha fatto una vera e propria ricerca sul campo
|
Un duro e crudo crime thriller, “La fratellanza” narra l’odissea di uomo comune che, per uno sbaglio altrettanto comune, deve convivere e sopravvivere fra criminali di ogni sorta. Un’odissea raccontata dal regista Ric Roman Waugh (Snitch – L’infiltrato) in modo realistico e credibile, visto che ha fatto una vera e propria ricerca sul campo. Un film a tratti agghiacciante, a tratti sconvolgente e, quindi, coinvolgente ed emozionante, fra tensione, impotenza e vendetta.
Finito in prigione per aver causato accidentalmente la morte del suo miglior amico in un incidente stradale, un uomo d’affari di Pasadena, Jacob ‘Money’ Harlon (il danese Nikolaj Coster-Waldau, del “Trono di Spade”), lotta per sopravvivere ai pericoli della detenzione e alle ostilità tra gang rivali. Money è costretto a schierarsi con la fratellanza ariana, la quale, dopo che l’uomo viene rilasciato per buona condotta, lo costringe a organizzare un crimine per proteggere la sua ex moglie e suo figlio. Ma è una strada senza via d’uscita e Money dovrà prendere una drastica decisione per salvarli una volta per sempre.
Uno dei mali della giustizia, il sovraffollamento nelle carceri e la cattiva gestione di esse, nelle quali comuni cittadini, colpevoli di ‘omicidio stradale colposo’ (ma anche di reati minori) finiscono a fianco di veri criminali, comuni anch’essi ma non troppo, anzi assassini, spacciatori e boss. “Per riuscire a comprendere meglio la realtà delle prigioni – scrive il regista nelle note – e delle gang che sono a capo di queste istituzioni, ho lavorato, sotto copertura, come agente volontario in California. Quella che è iniziata come una semplice ricerca è diventata un’odissea di due anni in cui ho avuto accesso in maniera sempre più profonda a quel mondo violento”.
“Nessuno sapeva che io fossi un regista – prosegue – Mi vedevano solo come un poliziotto alle prime armi, non mi hanno risparmiato nulla. Quello che ho imparato subito è che le guardie possono anche controllare i cancelli e le porte ma, dentro le prigioni, comandano le gang. E comandano anche nelle strade, direttamente dalle prigioni. ‘Shot Caller’ (titolo originale ndr.) è uno sguardo autentico sulle nostre gang e i nostri poliziotti, i quali controllano questi gruppi dall’interno delle mura e gli danno la caccia sulle strade”. Affiancano il protagonista Lake Bell (la moglie Kate), Jon Bernthal (Frank ‘Shotgun’), anche in “Baby Driver”; Jeffrey Donovan (Bottles), Omari Hardwick (Kutcher), Evan Jones (Chopper), Holt McCallany (The Beast/La Bestia), Jessy Schran (Jennifer), Emory Cohen (Howie) e Benjamin Bratt (sceriffo Sanchez).
Nelle sale italiane dal 7 settembre distribuito da Notorious |