Ecco il tanto atteso prequel-sequel firmato dal ‘creatore’ Ridley Scott, un film – sempre tra fantascienza e horror – che è il collegamento tra il primo, sconvolgente, Alien (1979) e l’ultimo Prometheus (riproposto l’altro ieri da Raidue), già prequel, di cui riprende il personaggio dell’androide interpretato da Michael Fassbender, in doppio ruolo, David/Walter. Alien: Covenant
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Ecco il tanto atteso prequel-sequel firmato dal ‘creatore’ Ridley Scott, un film – sempre tra fantascienza e horror – che è il collegamento tra il primo, sconvolgente, Alien (1979) e l’ultimo Prometheus (riproposto l’altro ieri da Raidue), già prequel, di cui riprende il personaggio dell’androide interpretato da Michael Fassbender, in doppio ruolo, David/Walter. Alien: Covenant può deludere i fan della saga perché oltre a tentare una riflessione esistenziale fra creazione e distruzione, potere e contaminazione, ha riferimenti e citazioni che vanno dal capolavoro di Stanley Kubrick 2001: Odissea nello spaio (l’inizio ma soprattutto in Hal 9000, l’invisibile cervello elettronico che guida l’astronave) e persino allo stesso Blade Runner, da A.I. Intelligenza artificiale al precedente Prometheus, appunto.
Comunque il film, che dovrebbe sigillare la serie – ma è già deciso un terzo prequel-sequel – offre quel che promette e coinvolge, nonostante il susseguirsi di situazioni prevedibili per chi non solo conosce e l’ha seguita attraverso i sequel, diretti da registi diversi (da James Cameron a Jean-Pierre Jeunet). E se l’alieno è sempre lo stesso e ‘ricicla’ la sua nascita, incubandosi nei corpi umani, l’androide ha suo gemello, e secondo lo stereotipo umano, uno buono l’altro cattivo. Dieci anni dopo la precedente puntata, l’astronave Covenant trasporta migliaia di coloni e di embrioni verso un pianeta dalle caratteristiche simili al nostro.
Ma l’equipaggio dormiente, sotto la veglia del fedele androide Walter (Fassbender), viene risvegliato dall’esplosione di una stella che provoca danni alla nave ma anche decine di morti. Però durante la lunga traversata nello spazio s’imbatte in un altro pianeta che sembra anch’esso con le stesse caratteristiche e che è ‘otto anni’ più vicino dalla destinazione finale. Ovviamente troveranno, anziché un paradiso l’inferno… extraterrestre. Sceneggiato da Michael Green, Jack Paglen e John Logan, Alien: Covenant non presenta grandi sorprese, si avvicina sempre di più alle misteriose origini dell’alieno madre, e riserva qualche attimo di suspense e brivido e si avvale di un Fassbender doppio, anche se lo spettatore riesce a prevedere in ‘lui’ dei particolari che l’equipaggio sembra non vedere.
Ma Scott recupera il suo tocco elegante e al tempo stesso ‘orrorifico’ del primo film, offrendo un’ottima resa ‘visiva’. Del resto la corretta Katherine Waterston (Daniels) ha il fisico (e il duro allenamento) ma non la grinta di Sigourney Weaver, affiancata da James Franco (Branson), Billy Crudup (Oram), Carmen Ejogo (Karine), Danny McBride (Tennessee), Demian Bichir (Lope), Jussie Smollett (Ricks), Callie Hernandez (Upworth) e Guy Pearce (Peter Weyland) nell’accattivante prologo. La protagonista femminile l’abbiamo vista in “Animali fantastici e dove trovarli”. Ma il solito quesito riguarda noi, il “chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo”, visto che l’androide domanda al suo creatore, “tu mi hai creato, allora sei tu Dio?”. E, forse, anche Alien ha un suo creatore, o sono solo le nostre ambizioni e paure a generare i mostri?
Nelle sale italiane dall’11 maggio distribuito da 20th Century Fox Italia
CURIOSITA’ Il film è stato girato per 74 giorni tra lo studio Fox in Australia e in esterni a Milford Sound, in Nuova Zelanda (e si vede dai paesaggi da “Il Signore degli Anelli”) . E, come Alien (1979) è vietato ai minori di 14 anni, come l’autore voleva.
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