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giovedì 23 febbraio 2017
di Cristina Giovannini
JACKIE
Intenso ritratto di Jacqueline Kennedy firmato Pablo Larrain, con una splendida Natalie Portman
22 novembre 1963 una data che ha segnato la storia: John F. Kennedy, 35mo Presidente degli Stati Uniti, viene brutalmente assassinato a Dallas. Le immagini dell’attentato sono sfilate davanti ai nostri occhi centinaia di volte e fanno ormai parte della nostra memoria collettiva; sebbene dopo 54 anni ancora ci si interroghi su chi abbia ordito
22 novembre 1963 una data che ha segnato la storia: John F. Kennedy, 35mo Presidente degli Stati Uniti, viene brutalmente assassinato a Dallas.
Le immagini dell’attentato sono sfilate davanti ai nostri occhi centinaia di volte e fanno ormai parte della nostra memoria collettiva; sebbene dopo 54 anni ancora ci si interroghi su chi abbia ordito il complotto e perché, cosa sappiamo di quello che provò sua moglie Jackeline in quel momento fatidico e nei giorni successivi, l’elegante first lady che a 34 anni si ritrovò di colpo sola con due bambini piccoli da crescere?

E’ proprio da qui che prende le mosse Jackie il bel film del valente regista cileno Pablo Larrain settimo della sua filmografia dopo Fuga, Tony Manero, Post Mortem, I giorni dell’arcobaleno, Il club (Orso d’argento a Berlino 2015) e Neruda.
La interpreta in maniera sublime (e anche molto somigliante) la splendida Natalie Portman meritatemente candidata all’Oscar (se vincesse sarebbe il secondo  dopo quello per Il cigno nero) mentre il bravo Peter Sarsgaard (An Education, Blue Jasmine, I Magnifici 7) è Bob Kennedy.

Quando suo marito venne eletto Presidente, Jackie divenne subito un’icona per il mondo intero, grazie anche al suo gusto per la moda, gli arredi, l’arte, la musica. Fu la prima first lady a rinnovare l’appartamento della Casa Bianca dove la coppia viveva e a voler rendere partecipe il popolo girando un documentario per mostrare gli ambienti e come ci si svolgeva la vita all’interno.
Poi d’improvviso la tragedia in quel fatidico giorno di novembre. Quando Jackie salì sull’aereo per tornare a Washington il suo mondo era in pezzi; sotto choc e sconvolta da dolore dovette occuparsi dei suoi due bambini piccoli, lasciare la casa che aveva restaurato con grande fatica e soprattutto pianificare le esequie di John.

Lottò con coraggio contro ottusi burocrati e  consiglieri vari per imporre la sua decisione: John avrebbe avuto imponenti funerali di stato e il corteo avrebbe seguito il carro funebre a piedi. Solo così poteva onorare la memoria di suo marito per lasciare viva nei cuori la sua immagine e il suo, sia pur breve, operato a rischio di completo oblio. Ma allo stesso tempo anche lei si sarebbe ritagliata un posto di primo piano nella storia.
Studiando la vicenda e mettendo insieme brandelli di notizie, immagini, luoghi Larrain imposta la trattazione del film immaginando che Jackie racconti quanto avvenuto nel corso di un’intervista.

Tra un flashback e l’altro, in cui inserisce anche immagini di repertorio con i veri protagonisti, senza indulgere in facili pietismi ma lasciando giustamente spazio alla commozione Larrain ci consegna un magnifico ritratto a tutto tondo di Jackie.
Grazie all’uso molto ravvicinato della camera che si sofferma spesso sul volto della protagonista, il regista sembra voler penetrare nell’anima di questa donna enigmatica e al contempo emblematica, controversa, oggetto di gossip (vedi il suo matrimonio con Onassis), che riuscì a trasformare suo marito in una leggenda consegnando alla storia la sua eredità politica.

Era perfetto per questa nazione” afferma a un certo punto e novello cavaliere di Camelot intriso di ideali si battè per un mondo migliore.
Si deve sempre a Jackie se il marito trovò degna sepoltura nel cimitero monumentale di Arlington a Washington e non nella tomba di famiglia.
Volitiva, forte, icona di stile ed eleganza la vediamo aggirarsi come un fantasma nelle sale vuote e fredde della Casa Bianca che sta per lasciare, con indosso abiti sontuosi: regale e sofisticata anche in momenti così drammatici. E fa sicuramente parte della memoria collettiva anche il delizioso tailleur rosa, tipico anni ’60, che indossava il giorno dell’attentato macchiato di sangue che lei volutamente non cambiò per mostrare al mondo intero allora e per sempre la tragica fine di John, “fugace barlume di gloria apparso a un certo punto della Storia”.
 
Nelle sale dal 23 febbraio distribuito da Lucky Red


NOTE:

Il film ha ricevuto tre candidature agli Oscar 2017 per la migliore attrice protagonista, costumi e colonna sonora.
Nel 2016 è stato in competizione ai festival di Venezia  e di Toronto




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