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giovedì 20 ottobre 2016
di Claudio Fontanini
AMERICAN PASTORAL
Poco incisivo il film d’esordio alla regia di Ewan McGregor anche protagonista con Jennifer Connelly
Per il suo debutto dietro la macchina da presa, Ewan McGregor punta sullo scontro generazionale e sul resoconto dei cambiamenti della vita americana degli ultimi cinquant’anni. Basato sull’omonimo romanzo di Philip Roth che nel 1998 gli è valso il premio Pulitzer, “American pastoral” mette al centro della vicenda un tormentato rapporto padre-figlia che sui snoda lungo gli
Per il suo debutto dietro la macchina da presa, Ewan McGregor punta sullo scontro generazionale e sul resoconto dei cambiamenti della vita americana degli ultimi cinquant’anni.
Basato sull’omonimo romanzo di Philip Roth che nel 1998 gli è valso il premio Pulitzer, American pastoral mette al centro della vicenda un tormentato rapporto padre-figlia che sui snoda lungo gli anni della contestazione giovanile mentre infuria la guerra in Vietnam.

Leggendario atleta liceale, ereditario di una multimilionaria fabbrica di guanti paterna, sposato con una moglie ex Miss New Jersey (Jennifer Connelly) e una bellissima casa in campagna nel tranquillo ed esclusivo quartiere di Old Rimrock, Seymour Levov detto ‘lo svedese’ (uno spaesato McGregor forse più attento a dove mettere la macchina da presa che a recitare) è un ammirato uomo d’affari indipendente che in pieno dopoguerra incarna la faccia migliore del sogno americano.
Sarà la figlia sedicenne (Dakota Fanning) a farlo ricredere sull’ottimismo della volontà in un escalation di violenze- pubbliche e private- che lo costringeranno a fare i conti con quello che lo circonda e con la politica americana.

C’è di mezzo un attentato mortale al locale ufficio postale (la ragazza è responsabile o no?) e la successiva sparizione nel nulla di quella figlia balbuziente che forse innesca bombe per sentirsi diversa dai suoi familiari.
Aperto da una riunione di vecchi compagni di liceo (con David Strathairn nelle vesti di narratore degli eventi), il film di McGregor (sceneggiatura di John Romano) spazia attraverso un periodo di vertiginosa storia americana mostrando però di non coglierne appieno, almeno dal punto di vista stilistico, la profonda radicalità.

Dimesso e recitato in sottotono, monocorde e soporifero, American pastoral viaggia tra guerre casalinghe e politica domestica (“Anche lavarsi i denti lo è” dice la figlia al padre borghese), lifting svizzeri per rinascere a nuova vita e citazioni (“La rivoluzione non si fa nelle campagne” Marx dixit), sette indiane e ricatti sessuali (Rita Cohen è l’enigmatica radicale politica che attraverso la conoscenza della figlia provoca il padre avido di sue notizie) in 108’ infarciti di retorica e spiegoni.
Senza mai un sussulto, una vera emozione o una scelta registica che faccia almeno intuire il talento del McGregor dietro la macchina da presa. Della serie non basta un ottimo romanzo a fare un buon film.

Nelle sale dal 20 ottobre con EAGLE PICTURES

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http://www.eaglepictures.com

 
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