Un horror classico e al tempo stesso contemporaneo, onirico e realistico, spaventoso e inquietanti come l’esistenza dei giovani protagonisti, nell’età di passaggio dall’adolescenza all’età adulta; quell’età in cui paura e incertezza, disagio e insoddisfazione, ansia e sessualità possono creare mostri in bilico tra realtà e incubo. Presentato ai Festival di Cannes, Toronto e Torino 2014, Its Follows dello sceneggiatore e regista David Robert Mitchell, poggia appunto sulla fragilità psicologica e sull’energia fisica dei suoi protagonisti trasmettendo allo spettatore sensazioni ed emozioni vecchie e nuove, suspense e brivido, condensando il tutto in 100 minuti di tensione.
E’ autunno e per la diciannovenne Jay (Maika Monroe, vulnerabile e sensuale al punto giusto) dovrebbe essere il periodo della scuola, dei ragazzi e dei weekend al lago. Ma dopo un incontro sessuale apparentemente innocente, la ragazza comincia ad essere tormentata da strane visioni e dall’inevitabile sensazione che qualcuno, o qualcosa, la stia seguendo… costantemente. A causa di questa terribile sensazione – che diventa una sorta di maledizione ‘contagiosa’ - Jay e i suoi amici saranno costretti a trovare un modo per sfuggire agli orrori che si celano dietro l’angolo.
Un horror d’autore perché il giovane Mitchell – dopo i riconoscimenti al SXSW Film Fest, a Cannes (Settimana della Critica), a Deauville e l’American Indie Newcomer a Monaco con l’opera prima “The Myth of the American Sleepover” – non si limita al tradizionale racconto ma anche alla resa visiva, e nel creare un’atmosfera in bilico tra reale e fantastico. Non è un caso se prima che iniziasse la produzione del film si era concentrato sul lavoro del direttore della fotografia Michael Gioulakis. E i suoi riferimenti sono i film horror che lui “adora”, ma non solo.
“Sono davvero troppi per poter essere nominati tutti – dice -, moltissimi film horror, ma anche molti altri. Ho visto e rivisto innumerevoli volte Paris, Texas (di Wim Wenders ndr.). Ho visto in maniera maniacale L’infernale Quinlan (di Orson Welles), Rosemary’s Baby (di Roman Polanski), Shining (di Stanley Krubrick) e L’invasione degli ultracorpi (sia nelle versioni degli anni Cinquanta che Settanta naturalmente). Alcuni film di Cronenberg, Velluto Blu (di David Lynch) e Il mostro della laguna nera. Ci sono anche alcuni fotografi, tra cui Todd Hido e Gregory Crewdson. Influenze assolutamente straordinarie e di grande ispirazione”.
Lo spunto viene addirittura da un suo “incubo infantile – confessa -, uno di quegli incubi ricorrenti quando avevo dieci anni (e che credo molti abbiano) in cui si è inseguiti da qualcosa di lento ma sempre presente. Sognavo di trovarmi nel cortile della scuola e vedere un altro ragazzino che camminava verso di me. E in qualche modo nel sogno sapevo che si trattava di un mostro. Scappavo, percorrendo un intero isolato e poi mi fermavo ad aspettarlo. Dopo un momento, da lontano, il ragazzo girava l’angolo e continuava a seguirmi. Questa presenza mostruosa poteva avere fattezze di chiunque, assumendo diverse forme ogni volta che lo vedevo. Molti anni più tardi, quando l’incubo era scomparso, ho pensato che sarebbe stato interessante trasformare quei sogni in un film”.
Cosa rara in un horror, l’autore ha scelto il cast e soprattutto la protagonista, infatti, accanto a Maika Monroe (non a caso), da “A qualsiasi prezzo” a “Labor Day - Un giorno come tanti”, recitano Keir Gilchristi (Paul), già visto in “It’s Kind of a Funny Story - 5 giorni fuori”; Daniel Zovatto (Greg), “Laggies - Dimmi quando”; Olivia Luccardi (Yara), del televisivo “Le ragazze”; Jake Weary (Hugh), da “Zombeavers”; Lili Sepe (Kelly). Nelle sale italiane dal 6 luglio distribuito da Koch Media - Midnight Factory
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