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giovedì 1 ottobre 2015
di Claudio Fontanini
The Martian-Sopravvissuto
Come Tom Hanks in "Castway" un Matt Damon spaziale su Marte, anche in 3D. Regia di Ridley Scott
Una missione su Marte finita male, una vita da inventarsi su un pianeta ostile, lo spirito di sopravvivenza che spinge a non mollare e a combattere in solitaria con la forza dell’ingegno.
Considerato morto dopo una tempesta di sabbia e detriti abbattutasi su Marte (il suo equipaggio, comandato da Jessica Chastain, è riuscito a fuggire sulla navicella spaziale mentre lui era disperso) l’astronauta biologo Mark Watney (Matt Damon) si trova a ottanta milioni di chilometri dalla terra con poche provviste (la spedizione doveva durare 31 giorni) e la certezza che dovranno passare altri quattro anni prima che un’altra navicella sbarchi su Marte.

Come Tom Hanks in Cast away ecco così il Matt Damon spaziale organizzare la sua personale resistenza a colpi di ingegneria meccanica e nozioni agricole.
Fa sgorgare l’acqua, coltiva patate in una serra concimata con le feci congelate dell’equipaggio e calcola porzioni di cibo. E mentre il resto dell’equipaggio viaggia verso casa tra ricordi, sensi di colpa e voglia di ammutinamento, la Nasa e il team di scienziati internazionali che lavorano alla missione dalla base ricevono un messaggio inequivocabile: quel marziano è ancora vivo…
Iniziano da qui le complicate procedure tecniche della missione di salvataggio alla quale daranno il loro apporto geni dell’astrodinamica e persino i rivali cinesi.

Diretto con mano sicura da Ridley Scott, sceneggiato da Drew Goddard e basato su The martian, il romanzo best seller di Andy Weir, il nuovo film del regista di Alien è soprattutto un grande spettacolo visivo (c’è anche la versione 3D) che mette in un cantuccio sentimenti e psicologie puntando forte sulla conoscenza scientifica. Una sorta di manuale di sopravvivenza spaziale per addetti ai lavori costellato di dialoghi incessanti su fionde gravitazionali, orbite ed equazioni chimiche condite da spruzzate di humour.
Capita così che la bella colonna sonora di Harry Gregson-Williams sia punteggiata da brani della disco anni ’70 (c’è pure l’immancabile “I will survive”) che alleggeriscono e fanno da contrasto ai drammatici avvenimenti con esiti, a dir la verità, non sempre favorevoli.

Con l’astronauta Matt Damon impegnato a tenere un videodiario (come accadeva nel ben più problematico e filosofico Moon di Duncan Jones con Sam Rockwell rimasto solo su una base lunare) dal quale sono però esclusi gli affetti rimasti sulla terra (non sappiamo nulla della sua vita prima del lancio).
Esplosioni a pioggia e ambiente ostile (“E’ lo spazio, non ti aiuta…”), l’ignoto e il gusto dell’esplorazione, propaganda a stelle e strisce e retorica in un classico prodotto hollywoodiano che concilia, non sempre al meglio, effetti speciali e spirito d’immedesimazione.
Nelle sale dal 1 ottobre distribuito da FOX

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